sabato 1 novembre 2008

Visto cosa succede a non fare la raccolta porta a porta?

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Ecosistema Urbano, Roma precipita nella classifica della vivibilità

La capitale si colloca al settantesimo posto nel rapporto sulla qualità della vita stilato da Legambiente e Ambiente Italia, arretrando di ben 15 posizioni. I risultati peggiori sul fronte dello smog e dei rifiuti

di Silvana Santo - martedì 14 ottobre 2008 10:32

Bocciatura su tutti i fronti. È un giudizio impietoso e senza appello, quello che emerge per Roma da Ecosistema Urbano 2009 (i dati si riferiscono al 2007), dossier sulla qualità dell'ambiente nei capoluoghi di provincia italiani pubblicato come ogni anno da Legambiente e Ambiente Italia. La capitale perde ben 15 posizioni, crollando dal 55imo al 70imo posto e facendo segnare risultati scoraggianti in materia di inquinamento atmosferico, consumi idrici, gestione dei rifiuti.

Ma andiamo con ordine. La (pessima) qualità dell'aria è sicuramente la ragione principale del deprimente piazzamento dell'Urbe nella classifica di Legambiente. Con 59,8 microgrammi per metro cubo, Roma, si colloca infatti all'88imo posto per concentrazione di NO2 (biossido di azoto), un pericoloso inquinante. Non va meglio sul fronte del Pm10, le famigerate polveri sottili responsabili di gravi affezioni polmonari. Nello scorso anno, le centraline per il controllo della qualità dell'aria hanno registrato ben 141 giorni di sforamento dei limiti di legge previsti per questa categoria di inquinanti. Non è un caso, evidentemente, che la capitale faccia segnare un risultato imbarazzante (98imo posto) nella speciale classifica del tasso di motorizzazione: 71 auto ogni cento abitanti (anche se per il 50% si tratta di veicoli Euro 3 ed Euro 4). Inevitabile che anche l'indicatore del consumo di carburanti sia salito alle stelle.

Va, se possibile, ancora peggio sul fronte dei rifiuti: Roma produce 657 chilogrammi annui di spazzatura per abitante (tra le grandi città, solo Firenze fa peggio). Un dato che non è mitigato dai livelli di raccolta differenziata, ferma, secondo l'Ama, al 17,1% (a fronte di una media nazionale del 24,4) e che, stando invece ai dati dell'ex Apat (ora Irsa) non supera in realtà il 14%. Solo Napoli e Palermo sono ferme a valori inferiori.

Qualche magra consolazione arriva sul versante del trasporto pubblico, dove la capitale si distingue per l'alto numero di passeggeri (517 viaggi per abitante in un anno). Molto meno brillanti i dati relativi alle superfici pedonali (appena 0,14 metri quadri per abitante, meno di Milano, Napoli, Bologna e Firenze) e alle piste ciclabili (1,41 metri per abitante). Situazione migliore per le Ztl, dove Roma, con 1,55 metri quadri per abitante, si piazza in 41ima posizione, davanti a Milano, Torino e Napoli.

Roma non può fregiarsi nemmeno del titolo di metropoli più verde d'Italia: con 11,77 metri quadri di verde fruibile per abitante, la capitale si colloca ancora una volta alle spalle di Milano (15,52 metri quadri/abitante). Il colpo di grazia arriva infine nella classifica dei consumi di acqua potabile, dove, con il livello record di 238 litri giornalieri per ciascun abitante, Roma ottiene l'ennesima maglia nera. Per restare nella metafora ciclistica, non resta che concludere: «È tutto sbagliato, è tutto da rifare...».

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