lunedì 24 novembre 2008

La coda alla vaccinara e l'ingenuità dell'assessore Di Carlo

Ci sarebbero molti modi per commentare questa notizia.

Il primo commento, banale: era ora, meglio tardi che mai!
Chiediamo al presidente della regione Lazio, Marrazzo: non crede che a rigor di logica la delega ai rifiuti spetti all'assessore all'ambiente? E' tanto demenziale la nostra richiesta?

Un altro commento possibile. Una scena strappacuore e strappalacrime. Povero Di Carlo, raggirato dal perfido Paolo Mondani di Report. Avevi aperto il tuo cuore, caro Di Carlo, e la fiducia ti fu carpita con l'inganno ed il raggiro.
Ma la coda alla vaccinara, caro Di Carlo? Ma l'atteggiamento di totale sottomissione e inattività di fronte al monopolio Cerroni (colui che di Di Carlo disse: "è come un figlio")? Caro Di Carlo, ha mai sentito parlare di conflitto di interessi?

Il commento più realistico: "facite ammuina". State pur certi che Marrazzo, sdegnato da tanto affronto (quello di Report, dove hanno il vizio di fare i giornalisti), respingerà le dimissioni di Di Carlo e confermerà la sua "fiducia democratica e progressista nell'assessore che sta risolvendo il problema dei rifiuti" perché "Roma e il Lazio non sono la Campania" (trattasi del mantra che Marrazzo ripete ossessivamente ogni qual volta sente nominare la parola "rifiuti" e i vari sinonimi).
[fonte Il Messaggero]

24-11-2008

Dopo Report l'assessore Di Carlo: riconsegno delega sui rifiuti a Marrazzo

ROMA (24 novembre) – L'assessore regionale Mario Di Carlo è pronto a dimettersi. L'annuncio è arrivato dopo la trasmissione Report sul piano rifiuti nel Lazio, trasmessa dalla Rai. «Oggi alle 17:30 riconsegnerò al presidente Piero Marrazzo la delega sui rifiuti. La situazione non permette che deleghe così importanti siano gestite da un ingenuo».

Di Carlo ha spiegato: la trasmissione «mi dipinge come un volgare maneggione probabilmente anche corrotto - spiega Di Carlo - Sono una persona onesta, sono solo un ingenuo. Ho risposto per due ore a domande sul piano rifiuti del Lazio, sui gassificatori di Roma e Albano, sugli inceneritori di San Vittore e Colleferro, sulle discariche di Roma, Guidonia, Viterbo, Latina, Roccasecca, Colleferro, Civitavecchia e Bracciano. Sulla raccolta differenziata - prosegue Di Carlo - e non mi sono accorto che all'intervistatore di tutto questo non importava nulla».

Di Carlo prosegue nel suo racconto spiegando che: «finita l'intervista, e apparentemente spente le telecamere, per un'altra ora gli ho parlato in modo intollerabilmente volgare purtroppo, e me ne scuso, della storia di amicizia tra me e l'avvocato Cerroni (gestore della discarica di Malagrotta, ndr). L'ho fatto perché conosco l'intervistatore da 20 anni. Ho visto che nella trasmissione sono state utilizzate solo quelle frasi che consentivano di raccontarmi come una macchietta. Quindi - aggiunge - con la mia ingenuità ho contribuito ad alimentare questo clima di sospetti».

Post scriptum
Di Carlo, perché mente? Nella trasmissione sono state utilizzate molte sue frasi, non solo l'apologo della coda alla vaccinara.
Basta leggere il testo integrale della trasmissione.
Chiunque può leggerlo qui e anche qui.

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