martedì 12 maggio 2009

Dieci buoni motivi per dire no agli inceneritori

Questo post è da costruire insieme.

Scrivete nei commenti quali possono essere per voi dieci (o anche meno) buoni motivi per dire NO agli inceneritori.

Parto con il mio primo motivo:

costruire inceneritori significa INEVITABILMENTE limitare e boicottare la raccolta differenziata (soprattutto la "porta a porta", che è la più efficace).

Una buona notizia: Legambiente Lazio dice no all'inceneritore di Albano e ad altri nuovi inceneritori nel Lazio

Come i lettori del blog sanno, ci siamo chiesti spesso in passato quale fosse la posizione di Legambiente (a livello nazionale, regionale e locale) sugli inceneritori, sugli inceneritori nel Lazio e sul micidiale megainceneritore di Albano Laziale.

Dopo aver cercato e chiesto, abbiamo avuto non una ma due risposte, puntuali e cortesi, da parte del Circolo Legambiente di Rocca di Papa (nei Castelli Romani, quindi in provincia di Roma) e del suo presidente, Enrico Cacciatori, che qui ringrazio pubblicamente.

Con una prima risposta, Enrico Cacciatori ci ha detto: "Siamo totalmente contrari (all'inceneritore di Albano Laziale), per noi la raccolta differenziata è l'unica strada da praticare, costa meno, produce reddito, non inquina e soprattutto EDUCA."

In seguito, Cacciatori ci ha mandato un comunicato dettagliato di Legambiente Lazio, del 6 maggio 2009, (lo trovate anche nel sito di Legambiente Lazio, nella sezione dei comunicati) in cui si spiega che nel Lazio non servono nuovi inceneritori e tanto meno quello di Albano, ma piuttosto ci vuole più raccolta differenziata "porta a porta".
Nel comunicato si legge infatti che "Legambiente nelle sue analisi aveva determinato, che non richiedono quindi alcuna necessità di realizzare ulteriori impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti nel Lazio, né ad Albano né altrove."

Ci auguriamo che il signor Marrazzo e anche il signor Di Carlo, il noto "assessore alla vaccinara" (tuttora assessore nonostante lo scabndalo di Report; amico dell'inceneritorista Cerroni ma in passato anche attivista e dirigente di Legambiente, nonché addirittura presidente di Legambiente Lazio), possano leggere la posizione di Legambiente Lazio e ne facciano tesoro, bruciando definitivamente il folle progetto dell'inceneritore di Albano Laziale, una fabbrica di gas tossici e cancerogeni in una zona altamente popolata, alle porte della metropoli di Roma.



Comunicato stampa Legambiente Lazio (6 maggio 2009)


RIFIUTI: NEL LAZIO OLTRE L’83% SONO FINITI IN DISCARICA NEL 2007. RACCOLTA DIFFERENZIATA FERMA AL 12,1% E 604 CHILOGRAMMI DI RIFIUTI PRODOTTI PER ABITANTE ALL’ANNO.
A ROMA PRODOTTE OLTRE 1,7 MILIONI DI TONNELLATE DI RIFIUTI, LA METÀ DELLA PRODUZIONE LAZIALE, RACCOLTA DIFFERENZIATA AL 16,9%.
ECCO I DATI PER IL LAZIO ESTRAPOLATI DAL RAPPORTO RIFIUTI ISPRA 2008.

LEGAMBIENTE: “ABBANDONARE USO INDISCRIMINATO DISCARICHE E PUNTARE DAVVERO SU RIDUZIONE, RIUSO, RACCOLTA DIFFERENZIATA E RICICLAGGIO DEI RIFIUTI. NO A NUOVI INUTILI INCENERITORI. A ROMA RIVEDERE OBIETTIVI FISSATI DALL’AMMINISTRAZIONE, IL 35% DI RACCOLTA DIFFERENZIATA NON BASTA, ESTENDERE PORTA A PORTA. SU NUOVA DISCARICA AMA BISOGNA FAR USCIRE LA DISCUSSIONE DAL DIMENTICATOIO.”


Oltre 2.790.000 tonnellate di rifiuti sono finiti in discarica nel 2007 nel Lazio, l’83% del totale di 3.359.554 tonnellate prodotte, il maggiore quantitativo in assoluto in Italia. La raccolta differenziata è ferma ad un misero 12,1%, la produzione dei rifiuti continua a crescere, con un quantitativo per abitante che ha raggiunto i 604 chilogrammi all’anno. Il 76,7% dei rifiuti si producono nella Provincia di Roma, una immensa mole di 2.575.320 tonnellate all’anno, con 634 kg/abitante/anno che ne fanno la Provincia del Lazio con il più alto tasso di produzione pro-capite. Le restanti 784.225 tonnellate si producono per il 329.115 in Provincia di Latina, per il 213.829 in Provincia di Frosinone, per il 160.077 in Provincia di Viterbo e per il 81.204 in Provincia di Rieti. Nella Capitale la musica non cambia: 1.764.612 tonnellate di rifiuti si producono a Roma, oltre la metà della produzione laziale (52,5%), con una produzione pro-capite che arriva addirittura a 649 chilogrammi per abitante all’anno, la raccolta differenziata è al 16,9% (nel 2008 al 19,5% secondo recenti dati AMA), ma con il sistema attuale non riesce a sfondare nemmeno il muro del 20%. Ecco alcuni tra i più significativi dati per il Lazio estrapolati da Legambiente dal Rapporto Rifiuti ISPRA 2008 (base dati 2007) presentato oggi a Roma, con una sintesi e le proposte dell’associazione ambientalista.

“Roma e il Lazio hanno ancora davvero tanta strada da fare per rendere efficiente la gestione dei rifiuti, abbandonando l’uso indiscriminato delle discariche e puntando davvero sulla riduzione, il riuso, la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. La Regione ha disegnato un quadro con l’obiettivo ambizioso del 50% di raccolta differenziata al 2011, investendo nel triennio 106 milioni di Euro per raggiungerlo, ora è il tempo delle scelte coraggiose da parte delle Province e dei Comuni: nella Capitale come nei piccoli e medi Comuni, bisogna togliere i cassonetti dalle strade e passare a raccolte pertinenziali per riciclare meglio e di più, come in tutte le città del mondo, con azioni decise. Le innumerevoli realtà che hanno scommesso in questa direzione ottengono risultati eccellenti, come avviene anche nei Comuni laziali che lo fanno, in quelli della Provincia di Roma impegnata su questo fronte e anche nei quartieri della Capitale dove si sfonda il 60% di raccolta differenziata. All’Amministrazione capitolina serve più convinzione rispetto ai piani già presentati, che non convincono, con nuovi investimenti e azioni concrete. Chiediamo anche di aggiornare la norma sull’ecotassa, è troppo conveniente buttare i rifiuti in discarica, non va bene, porta ad allargare tutti i siti. Non c’è allora da attendere, non servono nuovi inceneritori né chissà quali grandi impianti, vanno progettati e avviati gli interventi, coinvolgendo i cittadini in una grande sfida per rendere migliore Roma e il Lazio.”

Sul fronte degli impianti la situazione è preoccupante per il trattamento dell’umido-verde, per il quale l’attuale offerta impiantistica è pari a 334.325 t/a, circa un quarto del totale dell’organico che si produrrà quando la differenziata arriverà al 50% come fissato. Sono, invece, dieci gli impianti dedicati al trattamento meccanico biologico dei rifiuti con una capacità di trattamento autorizzata di 1.883.580 tonnellate/anno e un quantitativo di rifiuto trattato di 853.091 tonnellate/anno. Le discariche la fanno da padrone: oltre 2milioni790mila tonnellate di rifiuti finiscono nelle dieci enormi buche scavate nel Lazio ogni anno nella nostra regione, l’83% del totale di 3.359.554 tonnellate prodotte: un quantitativo immenso, il maggiore su scala regionale in assoluto in Italia. Nella nostra regione sono in funzione impianti di incenerimento di rifiuti urbani nei Comuni di Colleferro (Rm), con due linee da 55.998 e 50.175 t/a di capacità media annua, di San Vittore (Fr), con due linee da 184.285 t/a di capacità media complessiva annua, e di Roma, sciaguratamente realizzato a Malagrotta, con una capacità di 185.200 t/a; complessivamente risultano attivi nel Lazio quattro impianti, con una capacità di trattamento di 475.658 t/a, un quantitativo decisamente vicino alle 466.730 t/a che Legambiente nelle sue analisi aveva determinato, che non richiedono quindi alcuna necessità di realizzare ulteriori impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti nel Lazio, né ad Albano né altrove.

Sono, altresì, piuttosto deludenti tutte le percentuali di raccolta differenziata che si evidenziano nelle diverse province, ma certo quelle di Frosinone (4,1%) e di Rieti (4,5%) sono davvero al di sotto di qualsiasi aspettativa. Una situazione deprimente, se si pensa che la Lombardia nel 2007 è arrivata al 44,5% di raccolta differenziata e il Veneto al 51,4%, con una media italiana del 27,5%. Sulla percentuale complessiva, è la carta ad avere i migliori risultati, visto che ben 226.147 tonnellate (55,8%) sul totale della raccolta differenziata regionale sono costituite da questa frazione merceologica. Seguono il vetro con 54.913 tonnellate (13,5%), inaspettatamente l’organico che si fa ancora decisamente poco con 43.113 tonnellate (10,6%) e molto più in basso la plastica con 14.915 tonnellate (3,7%). A questo contesto si aggiunge un preoccupante incremento degli illeciti nel ciclo dei rifiuti. Con sei reati al giorno, il Lazio è la quarta regione d’Italia per illegalità ambientale, secondo il Rapporto Ecomafie di Legambiente. In particolare per l’illegalità nella gestione dei rifiuti, nel 2007 la nostra regione sale dal sesto al quarto posto della classifica nazionale con 291 infrazioni, pari al 7,4% del totale nazionale, con una decisa crescita di 100 infrazioni, cioè il 50,2% in più, rispetto alle 191 infrazioni registrate nel 2004.

“La Regione ha bisogno di impianti utili, come quelli per il compostaggio e il trattamento delle raccolte differenziate, non nuovi inceneritori che si continuano invece ad autorizzare, e di una politica più forte sulla riduzione dei rifiuti – dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. A Roma vanno rivisti gli obiettivi fissati dall’Amministrazione, raggiungere il 35% di raccolta differenziata “nei prossimi anni” non basta, è un obiettivo troppo vago, va esteso a tutta la città lo sviluppo della raccolta porta a porta e del riciclaggio, la via non è quella della raccolta stradale che comunque continua ad avere diversi problemi nelle frequenze di svuotamento dei 30mila cassonetti, mentre va accelerato il positivo allargamento del numero di isole ecologiche. Anche sulla nuova discarica AMA bisogna far uscire la discussione dal dimenticatoio, senza estemporanee ipotesi di conferimento fuori dal territorio comunale, per chiudere davvero Malagrotta che continua invece a crescere, e oltre ai danni ambientali che comporta ogni discarica, vede i romani continuare inutilmente a pagare oltre 100milioni di Euro all’anno per sotterrare i propri rifiuti.”

Roma, 6 Maggio 2009
L’Ufficio Stampa