giovedì 27 novembre 2008

Torna il vetro a rendere: anche a Roma?

Che dire? Sarebbe come commentare la scoperta dell'acqua calda ma in Italia anche la scoperta dell'acqua calda ha un significato.
Il progetto di reintrodurre in bar e ristoranti le bottiglie "vuoto a rendere" o "ri-riempibili", anche se viene da lontano (perché 30-40 anni fa era la norma e non l'eccezione), è da lodare e sostenere.
Leggiamo dal comunicato di lancio dell'iniziativa che forse potrebbe aderire anche la città di Roma con alcuni comuni.
Cari Alemanno, Zingaretti e Marrazzo (a capo, rispettivamente, di comune di Roma, provincia di Roma e regione Lazio): prendete al volo l'occasione e lanciate l'iniziativa su tutta la regione, a partire dalla città di Roma, con il suo volume turistico.
Non è difficile, basta provarci. Oppure sono meglio l'inceneritore e la discarica?
[fonte Legambiente]

Al via la sperimentazione del progetto Vetro indietro Imballaggi a rendere nei bar e nei ristoranti italiani per un'economia sostenibile

Meno rifiuti e più risparmio di risorse, materie prime ed energia? Un'utopia che forse è possibile anche in Italia, mediante l'adozione di una corretta politica di riutilizzo degli imballaggi.
E' stato siglato in queste settimane il Protocollo d'Intesa che sancisce ufficialmente la nascita del progetto “Vetro indietro”, un'iniziativa che riunisce allo stesso tavolo le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa, Italgrob (Federazione Italiana Grossisti Distributori Bevande) e Fipe-Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), Legambiente, l'associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio, tre aziende leader nel settore della produzione di bevande, alcoliche e non – Sanpellegrino, Peroni e Pago – e Savno, Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale, il consorzio che da 7 anni si occupa della gestione dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano.

Obiettivo? Promuovere e stimolare il ritorno all'utilizzo di contenitori in vetro “a rendere” per le bevande destinate al canale Horeca – acronimo di Hotellerie, Restaurant e Café, il circuito che comprende tutti i consumi di alimenti e bevande effettuati fuori dalle mura domestiche.

Il problema dei rifiuti è infatti oggi una delle emergenze ambientali maggiormente sentite nel nostro Paese, non solo nel Sud, e allo stesso modo l'impatto delle materie plastiche (soprattutto per quanto riguarda gli imballaggi usa e getta di alimenti e bevande) rappresenta una delle voci di inquinamento più rilevanti. Che fare dunque di fronte a quello che sembra un problema ormai cronico?

“Affrontarlo con un approccio nuovo – spiega Giuseppe Cuzziol, Presidente Italgrob, l'associazione dei grossisti di bevande, prima promotrice dell'iniziativa – che non lasci l'onere di trovare soluzioni alle sole istituzioni, ma coinvolga in primo luogo gli operatori economici di ogni settore”.

Per questo quando Italgrob ha lanciato per la prima volta due anni fa l'idea di un progetto di ritorno ad imballaggi “ecosostenibili” in collaborazione con la più grande Associazione delle imprese del canale “away from home”, la Fipe Confcommercio, ha immediatamente coinvolto i rappresentati di tutta la filiera del beverage senza dimenticare i consumatori, rappresentati a questo tavolo dall'associazione ambientalista più nota d'Italia: Legambiente.

In queste settimane, dopo due anni di lavoro e programmazione, è stato siglato il Protocollo che sancisce la nascita del Comitato e del Progetto “Vetro Indietro”, mentre entro la fine dell'anno prenderà il via la prima fase della sperimentazione: un progetto pilota che coinvolgerà alcune città campione del Nord, del Centro e del Sud Italia, dove bar e pubblici esercizi introdurranno la vendita di bevande in “vetro a rendere” predisposte dai marchi aderenti. Il progetto prevede anche la stretta collaborazione dei consorzi di raccolta e smaltimento rifiuti delle città aderenti, cui spetterà il compito di fornire i dati sugli andamenti delle quantità di spazzatura prodotta.

Un'analisi a tutto campo quindi, che sin dall'inizio ha coinvolto con grande successo anche Savno, gestore del ciclo integrato dei rifiuti urbani in 35 comuni nella Provincia di Treviso, tra i consorzi di raccolta e smaltimento più all'avanguardia d'Italia.

Non a caso la prima zona a dare il via alla sperimentazione sarà proprio la provincia di Treviso, con il comune di Conegliano Veneto come capofila, ma entro pochi mesi il progetto verrà esteso ad altre città, come Ancona e Salerno. In fase di trattativa è invece l'attivazione del progetto anche in alcuni quartieri di Roma.

Lo scopo del progetto è valutare la fattibilità di un progressivo ritorno al “vetro a rendere” nel canale del fuori casa. I dati raccolti, sulle vendite, sui costi, sui rifiuti prodotti, saranno analizzati ed elaborati dal Centro Interdipantimentale IDEAS per lo Sviluppo Sostenibile dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

“E’ questa – precisa Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe Confcommercio - un’iniziativa di rispetto dell’ambiente e, quindi, anche di tutti i consumatori , destinata a migliorare identità, specializzazione ed efficienza del canale dei consumi fuori casa, sempre più importante e strategico per intercettare a sviluppare profondi cambiamenti nei consumi e negli stili di vita”.

I risultati che emergeranno da questa fase di sperimentazione serviranno per allargare il tavolo di lavoro coinvolgendo le istituzioni nazionali e comunitarie per uno sviluppo sostenibile ed una riqualificazione di tutto il canale dei consumi fuori casa.

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