martedì 12 maggio 2009

Dieci buoni motivi per dire no agli inceneritori

Questo post è da costruire insieme.

Scrivete nei commenti quali possono essere per voi dieci (o anche meno) buoni motivi per dire NO agli inceneritori.

Parto con il mio primo motivo:

costruire inceneritori significa INEVITABILMENTE limitare e boicottare la raccolta differenziata (soprattutto la "porta a porta", che è la più efficace).

Una buona notizia: Legambiente Lazio dice no all'inceneritore di Albano e ad altri nuovi inceneritori nel Lazio

Come i lettori del blog sanno, ci siamo chiesti spesso in passato quale fosse la posizione di Legambiente (a livello nazionale, regionale e locale) sugli inceneritori, sugli inceneritori nel Lazio e sul micidiale megainceneritore di Albano Laziale.

Dopo aver cercato e chiesto, abbiamo avuto non una ma due risposte, puntuali e cortesi, da parte del Circolo Legambiente di Rocca di Papa (nei Castelli Romani, quindi in provincia di Roma) e del suo presidente, Enrico Cacciatori, che qui ringrazio pubblicamente.

Con una prima risposta, Enrico Cacciatori ci ha detto: "Siamo totalmente contrari (all'inceneritore di Albano Laziale), per noi la raccolta differenziata è l'unica strada da praticare, costa meno, produce reddito, non inquina e soprattutto EDUCA."

In seguito, Cacciatori ci ha mandato un comunicato dettagliato di Legambiente Lazio, del 6 maggio 2009, (lo trovate anche nel sito di Legambiente Lazio, nella sezione dei comunicati) in cui si spiega che nel Lazio non servono nuovi inceneritori e tanto meno quello di Albano, ma piuttosto ci vuole più raccolta differenziata "porta a porta".
Nel comunicato si legge infatti che "Legambiente nelle sue analisi aveva determinato, che non richiedono quindi alcuna necessità di realizzare ulteriori impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti nel Lazio, né ad Albano né altrove."

Ci auguriamo che il signor Marrazzo e anche il signor Di Carlo, il noto "assessore alla vaccinara" (tuttora assessore nonostante lo scabndalo di Report; amico dell'inceneritorista Cerroni ma in passato anche attivista e dirigente di Legambiente, nonché addirittura presidente di Legambiente Lazio), possano leggere la posizione di Legambiente Lazio e ne facciano tesoro, bruciando definitivamente il folle progetto dell'inceneritore di Albano Laziale, una fabbrica di gas tossici e cancerogeni in una zona altamente popolata, alle porte della metropoli di Roma.



Comunicato stampa Legambiente Lazio (6 maggio 2009)


RIFIUTI: NEL LAZIO OLTRE L’83% SONO FINITI IN DISCARICA NEL 2007. RACCOLTA DIFFERENZIATA FERMA AL 12,1% E 604 CHILOGRAMMI DI RIFIUTI PRODOTTI PER ABITANTE ALL’ANNO.
A ROMA PRODOTTE OLTRE 1,7 MILIONI DI TONNELLATE DI RIFIUTI, LA METÀ DELLA PRODUZIONE LAZIALE, RACCOLTA DIFFERENZIATA AL 16,9%.
ECCO I DATI PER IL LAZIO ESTRAPOLATI DAL RAPPORTO RIFIUTI ISPRA 2008.

LEGAMBIENTE: “ABBANDONARE USO INDISCRIMINATO DISCARICHE E PUNTARE DAVVERO SU RIDUZIONE, RIUSO, RACCOLTA DIFFERENZIATA E RICICLAGGIO DEI RIFIUTI. NO A NUOVI INUTILI INCENERITORI. A ROMA RIVEDERE OBIETTIVI FISSATI DALL’AMMINISTRAZIONE, IL 35% DI RACCOLTA DIFFERENZIATA NON BASTA, ESTENDERE PORTA A PORTA. SU NUOVA DISCARICA AMA BISOGNA FAR USCIRE LA DISCUSSIONE DAL DIMENTICATOIO.”


Oltre 2.790.000 tonnellate di rifiuti sono finiti in discarica nel 2007 nel Lazio, l’83% del totale di 3.359.554 tonnellate prodotte, il maggiore quantitativo in assoluto in Italia. La raccolta differenziata è ferma ad un misero 12,1%, la produzione dei rifiuti continua a crescere, con un quantitativo per abitante che ha raggiunto i 604 chilogrammi all’anno. Il 76,7% dei rifiuti si producono nella Provincia di Roma, una immensa mole di 2.575.320 tonnellate all’anno, con 634 kg/abitante/anno che ne fanno la Provincia del Lazio con il più alto tasso di produzione pro-capite. Le restanti 784.225 tonnellate si producono per il 329.115 in Provincia di Latina, per il 213.829 in Provincia di Frosinone, per il 160.077 in Provincia di Viterbo e per il 81.204 in Provincia di Rieti. Nella Capitale la musica non cambia: 1.764.612 tonnellate di rifiuti si producono a Roma, oltre la metà della produzione laziale (52,5%), con una produzione pro-capite che arriva addirittura a 649 chilogrammi per abitante all’anno, la raccolta differenziata è al 16,9% (nel 2008 al 19,5% secondo recenti dati AMA), ma con il sistema attuale non riesce a sfondare nemmeno il muro del 20%. Ecco alcuni tra i più significativi dati per il Lazio estrapolati da Legambiente dal Rapporto Rifiuti ISPRA 2008 (base dati 2007) presentato oggi a Roma, con una sintesi e le proposte dell’associazione ambientalista.

“Roma e il Lazio hanno ancora davvero tanta strada da fare per rendere efficiente la gestione dei rifiuti, abbandonando l’uso indiscriminato delle discariche e puntando davvero sulla riduzione, il riuso, la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. La Regione ha disegnato un quadro con l’obiettivo ambizioso del 50% di raccolta differenziata al 2011, investendo nel triennio 106 milioni di Euro per raggiungerlo, ora è il tempo delle scelte coraggiose da parte delle Province e dei Comuni: nella Capitale come nei piccoli e medi Comuni, bisogna togliere i cassonetti dalle strade e passare a raccolte pertinenziali per riciclare meglio e di più, come in tutte le città del mondo, con azioni decise. Le innumerevoli realtà che hanno scommesso in questa direzione ottengono risultati eccellenti, come avviene anche nei Comuni laziali che lo fanno, in quelli della Provincia di Roma impegnata su questo fronte e anche nei quartieri della Capitale dove si sfonda il 60% di raccolta differenziata. All’Amministrazione capitolina serve più convinzione rispetto ai piani già presentati, che non convincono, con nuovi investimenti e azioni concrete. Chiediamo anche di aggiornare la norma sull’ecotassa, è troppo conveniente buttare i rifiuti in discarica, non va bene, porta ad allargare tutti i siti. Non c’è allora da attendere, non servono nuovi inceneritori né chissà quali grandi impianti, vanno progettati e avviati gli interventi, coinvolgendo i cittadini in una grande sfida per rendere migliore Roma e il Lazio.”

Sul fronte degli impianti la situazione è preoccupante per il trattamento dell’umido-verde, per il quale l’attuale offerta impiantistica è pari a 334.325 t/a, circa un quarto del totale dell’organico che si produrrà quando la differenziata arriverà al 50% come fissato. Sono, invece, dieci gli impianti dedicati al trattamento meccanico biologico dei rifiuti con una capacità di trattamento autorizzata di 1.883.580 tonnellate/anno e un quantitativo di rifiuto trattato di 853.091 tonnellate/anno. Le discariche la fanno da padrone: oltre 2milioni790mila tonnellate di rifiuti finiscono nelle dieci enormi buche scavate nel Lazio ogni anno nella nostra regione, l’83% del totale di 3.359.554 tonnellate prodotte: un quantitativo immenso, il maggiore su scala regionale in assoluto in Italia. Nella nostra regione sono in funzione impianti di incenerimento di rifiuti urbani nei Comuni di Colleferro (Rm), con due linee da 55.998 e 50.175 t/a di capacità media annua, di San Vittore (Fr), con due linee da 184.285 t/a di capacità media complessiva annua, e di Roma, sciaguratamente realizzato a Malagrotta, con una capacità di 185.200 t/a; complessivamente risultano attivi nel Lazio quattro impianti, con una capacità di trattamento di 475.658 t/a, un quantitativo decisamente vicino alle 466.730 t/a che Legambiente nelle sue analisi aveva determinato, che non richiedono quindi alcuna necessità di realizzare ulteriori impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti nel Lazio, né ad Albano né altrove.

Sono, altresì, piuttosto deludenti tutte le percentuali di raccolta differenziata che si evidenziano nelle diverse province, ma certo quelle di Frosinone (4,1%) e di Rieti (4,5%) sono davvero al di sotto di qualsiasi aspettativa. Una situazione deprimente, se si pensa che la Lombardia nel 2007 è arrivata al 44,5% di raccolta differenziata e il Veneto al 51,4%, con una media italiana del 27,5%. Sulla percentuale complessiva, è la carta ad avere i migliori risultati, visto che ben 226.147 tonnellate (55,8%) sul totale della raccolta differenziata regionale sono costituite da questa frazione merceologica. Seguono il vetro con 54.913 tonnellate (13,5%), inaspettatamente l’organico che si fa ancora decisamente poco con 43.113 tonnellate (10,6%) e molto più in basso la plastica con 14.915 tonnellate (3,7%). A questo contesto si aggiunge un preoccupante incremento degli illeciti nel ciclo dei rifiuti. Con sei reati al giorno, il Lazio è la quarta regione d’Italia per illegalità ambientale, secondo il Rapporto Ecomafie di Legambiente. In particolare per l’illegalità nella gestione dei rifiuti, nel 2007 la nostra regione sale dal sesto al quarto posto della classifica nazionale con 291 infrazioni, pari al 7,4% del totale nazionale, con una decisa crescita di 100 infrazioni, cioè il 50,2% in più, rispetto alle 191 infrazioni registrate nel 2004.

“La Regione ha bisogno di impianti utili, come quelli per il compostaggio e il trattamento delle raccolte differenziate, non nuovi inceneritori che si continuano invece ad autorizzare, e di una politica più forte sulla riduzione dei rifiuti – dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. A Roma vanno rivisti gli obiettivi fissati dall’Amministrazione, raggiungere il 35% di raccolta differenziata “nei prossimi anni” non basta, è un obiettivo troppo vago, va esteso a tutta la città lo sviluppo della raccolta porta a porta e del riciclaggio, la via non è quella della raccolta stradale che comunque continua ad avere diversi problemi nelle frequenze di svuotamento dei 30mila cassonetti, mentre va accelerato il positivo allargamento del numero di isole ecologiche. Anche sulla nuova discarica AMA bisogna far uscire la discussione dal dimenticatoio, senza estemporanee ipotesi di conferimento fuori dal territorio comunale, per chiudere davvero Malagrotta che continua invece a crescere, e oltre ai danni ambientali che comporta ogni discarica, vede i romani continuare inutilmente a pagare oltre 100milioni di Euro all’anno per sotterrare i propri rifiuti.”

Roma, 6 Maggio 2009
L’Ufficio Stampa

martedì 28 aprile 2009

Elezioni Europee ed inceneritori

Stiamo monitorando la posizione dei vari candidati sugli inceneritori, in genere, e sull'inceneritore di Albano Laziale e sulla situazione dei rifiuti nel Lazio.

Vi informiamo innanzitutto delle posizioni recenti delle forze politiche contrarie all'inceneritore di Albano Laziale.

Contro l'inceneritore di Albano Laziale e contro l'ultima farsa dell'approvazione da parte della Conferenza dei servizi si sono dichiarati:

Rifondazione Comunista: la questione dell'inceneritore di Albano Laziale "e' un fatto grave che crea un ulteriore scollamento della Giunta Marrazzo dalle comunita' locali e compromette i rapporti all'interno della maggioranza''. Lo hanno detto in una nota congiunta il segretario regionale del Prc del Lazio, Loredana Fraleone, e il capogruppo alla Regione, Ivano Peduzzi.

Enrico Fontana (Sinistra democratica/Verdi): ha chiesto una moratoria a Marrazzo.

Comunisti Italiani.

Coordinamento Verdi Castelli/Sinistra e Libertà.

Nuova Destra Sociale.

Non pervenuti gli altri partiti: se avete letto dichiarazioni sul tema, segnalatele al blog!


Abbiamo scritto a tutti i candidati dell'Italia dei Valori per la Circoscrizione Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria) chiedendo la loro posizione sugli inceneritori, perché siamo rimasti colpiti da un manifesto elettorale del partito di Di Pietro contrario all'energia nucleare (un tema molto vicino per tanti motivi alla questione degli inceneritori).
I seguenti candidati ci hanno risposto, dichiarandosi contrari agli inceneritori. Tenetene conto quando andrete a votare!
Se conoscete candidati alle elezioni europee di qualunque partito nella Circoscrizione Centro che si sono dichiarati pubblicamente contro gli inceneritori, segnalatelo al blog.

giovedì 23 aprile 2009

Il PTI: Partito Trasversale degli Inceneritori

La mamma dei cretini è sempre incinta, dice qualcuno.

Bene, guardate a che livello di idiozia, di manipolazione dell'informazione e di presa per i fondelli dei cittadini riesce ad arrivare la politica nostrana, pur di fare affari (e tanti! $$$$$$$$$) con gli inceneritori.

Le immagini seguenti vengono dal sito chiamato grottescamente
Non rifiutare il buon senso
della provincia di Firenze.

Peccato, dovrebbe chiamarsi
Non rifiutare i tumori mentre noi inceneriamo.it
oppure
Tu cittadino sei come la monnezza.org

Scopriamo insieme le castronerie che da questo sito vengono sciroppate ai cittadini.


1. Commento: pigliatevi quattro alberi e non rompete i cabasisi (o scatole o coglioni).
Si commenta da solo, per quanto è ipocrita.



2. E' falso che si ricicla solo il 50% dei rifiuti (e perché non il 52 o il 54?)
Chi lo ha detto che si ricicla solo il 50%? La provincia di Firenze sa che esiste la strategia "rifiuti zero"? Conosce le tecnologie dell'impianto di Vedelago, a Treviso? Ma soprattutto: perché i capi della provincia di Firenze, per penitenza, non se ne vanno a piedi fino a Capannori (in provincia di Lucca) e chiedono come fare?




3. Sarebbe l'unica pubblicità sensata, peccato che tutto però deve essere funzionale solo e unicamente a un progetto: fare gli inceneritori e lasciar fare ai manovratori.
Di rifiuti vogliamo parlarne ma come vogliamo noi (e non solo credendo alle frescacce che raccontate voi!).


4. Dulcis in fundo: questa è davvero una porcata.
Glielo spiegate voi della provincia di Firenze ai bimbi che nascono malformati per le patologie portate dagli inceneritori (nanopolveri molto più delle diossine)?
Lo spiegate voi alle mamme che abortiscono?
Ai figli che vedono i papà e le mamme morire di tumore perché a qualche chilometro da casa c'è l'inceneritore?
Vergogna!

mercoledì 22 aprile 2009

Elezioni Europee e Partito Trasversale degli Inceneritori

Come abbiamo visto, il PTI (Partito Trasversale degli Inceneritori) è ormai ampiamente dominante tra i politici di mestiere ed i faccendieri, mentre è molto meno rappresentato tra i cittadini.

Da qui la domanda: ma perché continuiamo/continuate a votare questi figuri? Perché votate gente e partiti che compromettono il futuro della salute vostra, dei vostri figli, dei figli dei vostri figli? Perché tollerate che questi buffoni facciano soldi e conservino il potere a spese dei nostri tumori?

Ora, quando tra qualche settimana voterete per le Europee, almeno non vi fate prendere per il culo e votate solo per gente che garantisce il proprio "no" agli inceneritori, alla ecomafia dei rifiuti e della monnezza, alla politica di distruzione dell'ambiente.

Nel Lazio c'è veramente poco da scegliere, stando alla vicenda vergognosa dell'inceneritore di Albano e alle politiche suicide della regione, della provincia e del comune di Roma.

Fate il vostro gioco!

Se c'è qualche candidato alle Europee disposto a dichiarare pubblicamente il proprio NO agli inceneritori, gli daremo spazio (gratis)!

Mi arrendo!

"Per legge e per logica la termovalorizzazione è un sistema sicuro, controllato e intelligente."

Quando leggo sul sito di un'istituzione pubblica (provincia di Firenze) la frase qui sopra, mi arrendo e abdico da ogni riflessione razionale.
I termovalorizzatori (una cosa che in Europa non esiste, perché l'unico nome corretto è "inceneritori"), ci spiegano, sono "sicuri, controllati e intelligenti" per legge. Non perché ci sono prove ed evidenze scientifiche, non perché ci sono indagine sanitarie ed epidemiologiche.
Per legge!

Di questo passo, potremo dire: "le misure contro gli ebrei decise da Mussolini con le leggi razziali erano per legge intelligenti e sicure". Di questo passo, potremo dire qualunque abnormità e giustificare qualunque nefandezza.

Questa frase apre un'intervista esilarante e drammatica a tal professor Corti Andrea dell'Università di Siena, che:
  • non spiega assolutamente nulla sugli inceneritori;
  • non nega (e quindi conferma) che dagli inceneritori escono nanopolveri;
  • non dice nulla sulla estrema pericolosità delle stesse nanopolveri per la salute umana, per gli animali, per le piante e per l'ecosistema (del resto, il prof. non è né un medico né un biologico);
  • ignora evidentemente i sistemi adottati da centinaia di città nel mondo che NON HANNO L'INCENERITORE, non hanno la discarica e non sono sommerse dai rifiuti.

Un prof. ignorante perché, semplicemente, ignora certe cose e quindi, se le ignora, non può dirle.

Io, però, davvero mi arrendo.

martedì 21 aprile 2009

Vergogna: la conferenza dei servizi approva il progetto dell'inceneritore di Albano Laziale

Dal sito del Coordinamento contro l'inceneritore di Albano
http://www.noinceneritorealbano.it/

VERGOGNA!
LA CONFERENZA DEI SERVIZI APPROVA IL PROGETTO DELL'INCENERITORE DI ALBANO

(ANSA) - ROMA, 20 APR - Il progetto del gassificatore di Albano andrà avanti. Lo ha deciso la conferenza dei servizi a cui hanno partecipato gli uffici competenti di Regione Lazio e Provincia di Roma, i comuni interessati (Albano, Ardea e Pomezia) e rappresentanti della Co.e.Ma, la società che realizzerà l'impianto di proprietà al 66% pubblica (Acea e Ama) e al 33% privata (della Co.La.Ri di Manlio Cerroni). I rilievi negativi di carattere epidemiologico che erano stati precedentemente sollevati dalla Asl Rm H sono stati considerati superati dalla conferenza dei servizi alla luce della relazione del direttore del dipartimento di epidemiologia dell'Asl RM E Carlo Perucci. Adesso serviranno 30 giorni di tempo per la chiusura della conferenza e per la predisposizione dell'atto di autorizzazione integrata ambientale. Ma per questo la riunione di oggi è stata risolutiva, manca solo il disbrigo di pratiche burocratiche. A quanto si apprende tutti comuni interessati avrebbero dato pareri negativi alla realizzazione dell'impianto ma la loro posizione non è stata considerata vincolante ai fini del via libera che ora c'è.
FINE DISPACCIO

Che questa decisione sia stata presa è vergognoso, come è vergognoso che la ASL RM H abbia brillato per la propria assenza alla conferenza dei servizi, dove la regione si è appellata ai pareri di un organo assolutamente incompetente sul nostro territorio (da quel che c'è concesso sapere la giursdizione della ASL RM E è a Nord di Roma).

L'esito della conferenza dei servizi dimostra la miopia politica di un partito democratico che, nonostante le dichiarazioni televisive di un new deal ambientalista, non propone alcuna visione ecologica rispettosa dell'ambiente, della società e dell'economia, ma approva e fa approvare un inceneritore che distruggerà le materie prime e impedirà che i materiali vengano riciclati e immessi nel ciclo della sostenibilità, che porterà al depauperamento delle risorse idriche e all'avvelenamento della nostra terra.

Non crediate che tutto questo ci fermerà, la lotta andrà avanti battendo tutte le strade percorribili, poichè
QUESTA NON E' UNA BATTAGLIA CHE SIAMO DISPOSTI A PERDERE.

Informazione ed inceneritori: le relazioni pericolose


Questo post è sintetizzabile con l'immagine qui sopra, che mostra le relazioni tra le società che fanno e gestiscono gli inceneritori in Italia ed i proprietari della gran parte dell'informazione.

Se volete saperne di più, leggete questo interessantissimo articolo dal blog di Peppe Carpentieri "Sostenibilità, decrescita e democrazia".

Allucinante, non trovate?

Avete qualche esempio a livello locale di "relazioni pericolose" tra informazione e Partito degli inceneritori? Dite la vostra.

lunedì 20 aprile 2009

Vuole la busta di plastica? NO!

Non basta protestare contro gli inceneritori (cosa peraltro sacrosanta e giusta!).
Bisogna anche cominciare a darsi da fare e compiere atti concreti.

Per questo dal blog Tippitappi vi segnalo questo video sulle buste di plastica.

Buona visione!



Che ne pensate, possiamo ricordare di portare sempre con noi una o due buste di stoffa o carta quando usciamo a fare spese? In farmacia, al supermercato, in libreria (dove spesso ti danno buste di plastica, ahimè).

Se avete idee ed esperienze per risparmiare buste di plastica, aspettiamo la vostra segnalazione.

Vignette contro gli inceneritori

Gli inceneritori sono uno spreco economico per tutti i cittadini, sono la fine della raccolta differenziata, sono un modo veloce ed efficace per spargere malattie come tumori, malformazioni genetiche, malattie cardiovascolari ecc. Dobbiamo combatterli e combattere il circuito vizioso "spazzatura-soldi-politici-industriali" che fa vincere la lobby degli inceneritori, a destra come a sinistra. Però, questi fottuti inceneritori possiamo anche sfotterli! Questa è una prima raccolta di vignette e immagini contro gli inceneritori. Buon divertimento!




*****

No alla riattivazione degli inceneritori di Colleferro

Questo è il comunicato ufficiale con cui la Rete per la Tutela della Valle del Sacco (RETUVASA) contesta le ipotesi di riapertura degli impianti di incenerimento a Colleferro (in provincia di Roma), fermati dopo le ben note vicende giudiziarie.

La Rete per la Tutela della Valle del Sacco dice NO alla riapertura degli impianti di incenerimento a Colleferro. I fatti accaduti in queste ultime settimane hanno portato alla luce il modo criminoso in cui i dirigenti e i responsabili delle società Mobilservice srl (di proprietà per il 100% del consorzio GAIA) ed EP Sistemi Spa (in comproprietà tra GAIA e AMA) hanno gestito gli impianti. Come conseguenza si è arrivati agli arresti di queste persone e di coloro che avevano il compito di certificare la qualità del servizio, che hanno collaborato a questo disegno criminoso.

A noi non è dato sapere se le indagini della Procura di Velletri siano ancora in corso e in quale direzione stiano procedendo. Non sappiamo se saranno presi ulteriori provvedimenti anche nei confronti di altri responsabili in relazione alla truffa a danno dello stato e dei cittadini per diversi milioni di euro che le suddette società hanno ottenuto dal Gestore dei Servizi Elettrici.

Ci appare però molto chiaro che è arrivato il momento di dire ORA BASTA di fronte allo scenario in cui non si è avuto in alcun modo rispetto né dei cittadini né dell’ambiente, attentando alla salute dei primi e procurando danni irreversibili ad un territorio già lacerato, con l’avallo inoltre delle istituzioni incuranti ora partner nei processi di reindustrializzazione.

Adesso ed in maniera inequivocabile:

  • chiediamo al Sindaco di Colleferro di non riaprire gli impianti di incenerimento e di pretendere che non ne venga imposta la riapertura da nessun livello istituzionale superiore, altrimenti lui e tutti coloro che sosterranno questa riapertura saranno ritenuti complici di questo disegno criminoso dai cittadini.
  • chiediamo al Sindaco di istituire un tavolo al quale possano sedere anche la Rete e/o altre rappresentanze di cittadini presenti sul territorio per affrontare questa emergenza.
  • chiediamo al Sindaco di adoperarsi affinché i lavoratori delle aziende operanti presso gli inceneritori e quelli delle aziende di tutto l’indotto occupazionale vengano tutelati nelle forme previste dalle leggi, facendo in modo che non diventi anche questa un’occasione per ricattare i lavoratori attraverso lo spettro del licenziamento.
  • invitiamo il Sindaco di Colleferro, per evitare di diventare anche egli complice, di fare il suo dovere e pretendere di essere informato sulla gravità dei fatti.
La manifestazione che si terrà a Colleferro scalo il 18 aprile è una delle tante iniziative che i cittadini metteranno in atto per far capire cosa vogliono e cosa non vogliono, e che attraverso la Rete e le associazioni e movimenti sul territorio faranno tutto il possibile per salvaguardare la salute e l’ambiente, anche costituendosi parte civile nei procedimenti giudiziari in corso.

Il 18 aprile vogliamo far sapere anche che LO STATO SONO I CITTADINI e non le istituzioni, al servizio dei quali devono operare.

sabato 18 aprile 2009

La raccolta differenziata dei rifiuti vince: il Concorso per i Comuni Ricicloni

Diffondiamo volentieri la notizia della XV edizione del Concorso per i Comuni Ricicloni, organizzato da Legambiente. Il concorso premia i comuni che raggiungono i migliori risultati nella raccolta differenziata.

Dobbiamo però invitare Legambiente a occuparsi anche e soprattutto di inceneritori, come quello di Albano Laziale, ai Castelli Romani.
Finora, a quanto ci risulta (ma saremmo lieti di essere smentiti), Legambiente, a livello nazionale o regionale, non è intervenuta sul problema dei rifiuti nel Lazio e specificamente sull'inceneritore di Albano Laziale, a partire dal silenzio sullo scandalo del servizio di Report che ha portato alle (finte) dimissioni dell'assessore alla vaccinara, Mario Di Carlo.
(per la cronaca, Di Carlo, già presidente di Legambiente Lazio, è ancora assessore regionale, anche se ufficialmente non si occupa più di rifiuti)

Sull'inceneritore di Albano Laziale ci risulta solo un lodevole intervento del Circolo Legambiente di Rocca di Papa.

Intanto, in attesa di una denuncia forte delle manovre dei vari Marrazzo, Cerroni, Zingaretti ecc., ben venga anche il concorso!

Legambiente, in collaborazione con CONAI e i Consorzi di filiera e con il patrocinio del Ministero per l’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, indice la 15° edizione del Concorso Comuni Ricicloni, che premia i migliori risultati di raccolta differenziata in Italia.

L’iniziativa è rivolta a tutti i comuni italiani, che a partire dal 16 marzo 2009 potranno comunicare i dati di produzione dei rifiuti urbani compilando la scheda di partecipazione da scaricare, compilare e inviare via fax allo 02.4547.5776, oppure inserendo i dati direttamente nella scheda on line.

Prima di procedere alla compilazione i Comuni che intenderanno partecipare sono invitati a leggere attentamente il bando di partecipazione.

Le schede debitamente compilate dovranno pervenire entro e non oltre il 15 maggio 2009.

giovedì 16 aprile 2009

Destra e sinistra unite per (favorire) i tumori

Sembra proprio che la costruzione del maledetto inceneritore di Albano Laziale stia per saltare (ma come direbbe Trapattoni, "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco").
Dopo la fondamentale inchiesta di Report che ha fatto saltare il buon vecchio assessore "alla vaccinara" Mario Di Carlo, ora Espresso e Unità, in prima fila, tirano bordate sull'inceneritore che dovrebbe ammorbare i Castelli Romani.

Ma la "cosiddetta" destra e la "cosiddetta" sinistra sono sempre attive per spargere nanopolveri e diossina sui cittadini e favorire così la diffusione dei tumori.

Leggiamo dall'interessante articolo di Emiliano Fittipaldi sull'Espresso.
Una vera doccia scozzese (gelata e bollente, alternata).
Prima scopriamo che Alemanno e tal Panzironi (presidente Ama Roma) sono contrari all'accordo con Cerroni per l'inceneritore di Albano. Evviva!
Poi però scopriamo che lo stesso Alemanno vorrebbe fare un inceneritore (per decenza l'articolo lo chiama "sversatoio con termovalorizzatore") ad Allumiere, sui terreni del ministro della guerra, Ignazio La Russa. Ma spunta anche un'altra idea brillante: bruciare la monnezza nella centrale Enel di Civitavecchia.

Destra (cosiddetta) e sinistra (cosiddetta) sono quindi sempre di più unite intimamente quando si tratta di sviluppare il business dei rifiuti sulle spalle della nostra salute e - ma ovviamente non lo dicono - della spesa sanitaria, che crescerà a dismisura per curare tumori, malformazioni genetiche, allergie e centinaia di altre malattie provocate dagli inceneritori e da una gestione criminale dei rifiuti.

Che ne pensate? Dite la vostra!

Ma il niet al gassificatore di Albano ha anche risvolti politici. I due grandi sconfitti sembrano proprio Marrazzo, che senza una soluzione rapida della vicenda rischia di assistere a un ri-commissariamento della regione, e Manlio Cerroni, l'imprenditore della società Pontina Ambiente e re di Malagrotta che, insieme ad Ama ed Acea, punta a costruire lì, sopra i suoi terreni, il quarto inceneritore del Lazio. Un investimento da 250 milioni di euro, senza dimenticare i 40 megawat di energia prodotta al giorno. Al sindaco Gianni Alemanno e al presidente della municipalizzata Ama, Franco Panzironi, l'accordo con Cerroni non è mai piaciuto. Dubbi anche sull'obiettivo del piano rifiuti, considerato irrealistico, di arrivare entro il 2011 al 50 per cento di raccolta differenziata. L'idea è quella di chiudere Malagrotta e, al posto di Albano, aprire uno sversatoio con termovalorizzatore annesso ad Allumiere, sopra i terreni del demanio militare gestiti dall'amico e ministro Ignazio La Russa. Nel centrodestra gira anche un'altra ipotesi, si dice caldeggiata da Paolo Togni, ex braccio destro di Altero Matteoli e oggi direttore del dipartimento politiche ambientali della capitale: bruciare il Cdr nella centrale Enel di Torrevaldaliga, a Civitavecchia. Secondo alcuni, l'operazione è tecnicamente impossibile. Perucci spiega, poi, che proprio a Civitavecchia c'è un eccesso "misurabile" di mortalità e di ricoveri legati a malattie respiratorie. "L'impatto ambientale in città proviene da più fonti: il porto più grande del Tirreno, con navi che hanno emissioni fino a 10 volte più alte del peggior inceneritore d'Italia, due centrali elettriche, quella dell'Enel e un cementificio".

mercoledì 15 aprile 2009

Habemus "porta a porta" (ma è sempre poca!)

Dopo Colli Aniene e Decima nel 2007, Massimina nel 2008, ora arrivano Trastevere, uno dei quartieri più cari ai romani, insieme al Villaggio Olimpico e al Torrino Sud.
Si tratta dei quartieri di Roma dove faticosamente si fa strada la raccolta differenziata porta a porta.
Di questo tema abbiamo già parlato nel blog.

I numeri dell'Ama li trovate più avanti.
La stessa Ama proclama i vantaggi della raccolta differenziata porta a porta:
  • maggiore tutela ambientale
  • facilità per il cittadino
  • contenimento dei costi
  • strade più pulite e maggior decoro urbano
  • recupero di posti macchina per l'eliminazione dei cassonetti.
La nuova sezione del sito dell'Ama dedicata alla "porta a porta" (al grido di "Butta bene, vivi meglio") è davvero ben fatta.

Ma allora mi chiedo: ma perché cavolo non estendere SUBITO la raccolta porta a porta in tutta Roma? Subito vuol dire subito, non tra qualche anno.
Alemanno, che fai? Dormi? Stai ancora sui ponti a guarda' il Tevere in piena? Svegliati, l'alluvione non c'è stata ma Roma rischia di essere sommersa dai rifiuti, anziché dall' acqua.
Perché non ti muovi, Alemanno? Forse devi obbedire al PTI (Partito Trasversale degli Inceneritori) di cui il presidente del Milan, nonché tuo amministratore delegato, è uno degli esponenti principali?

Intanto la grande Novara supera il 70% (per la precisione, 70,%) di differenziata, grazie alla raccolta porta a porta "spinta" e a controlli capillari, raggiungendo con sei anni di anticipo gli obiettivi fissati dalla Unione Europea. Peraltro a noi non dispiace neanche la nostra Ciampino.

Ecco intanto i dati dell'Ama sulla raccolta porta a porta a Roma:

Colli Aniene
4.583 famiglie
12.833 abitanti
270 utenze non domestiche

Decima
1.668 famiglie
4.504 abitanti
91 utenze non domestiche

Massimina
4.123 famiglie
12.734 abitanti
517 utenze non domestiche

Villaggio Olimpico
4.689 Abitanti
1.563 Utenze Domestiche
93 Utenze Non Domestiche

Trastevere
22.380 Abitanti
7.460 Utenze Domestiche
1.116 Utenze Non Domestiche

Torrino Sud (in fase di avvio)
11.754 Abitanti
3.918 Utenze Domestiche
153 Utenze Non Domestiche

sabato 6 dicembre 2008

Inceneritori, ambiente, turbogas: prostesta contro Marrazzo

Proseguono le proteste contro la giunta Marrazzo per un impegno sull'ambiente chiaro e senza patteggiamenti: purtroppo i segnali sono di tutt'altro tipo ma la battaglia non è perduta, né tanto meno finita!
[fonte Bellaciao]

Protesta delle reti ambientaliste. Marrazzo da che parte sta?

Venerdì 5 dicembre 2008 le reti ambientaliste si sono radunate davanti alla Regione Lazio per chiedere atti concreti alla giunta di Piero Marrazzo sul fronte ambientale.
Al sit-in hanno partecipato alcune centinaia di persone (nonostante il tempo pessimo, ndb):
  • l’Assemblea Permanente No Fly di Ciampino
  • il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
  • la Rete No Turbogas di Aprilia
  • i movimenti contro il carbone di Civitavecchia
"Siamo qui oggi - parla Marco Filippetti, portavoce della rete no turbogas -per continuare un percorso di condivisione nel metodo e nel merito contro la costruzione di grandi opere come queste nel Lazio. Ci sono delle responsabilità oggettive della giunta regionale sull’approvazione dei progetti. Il presidente della Regione aveva espresso la chiara intenzione di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, ma nonostante sia stato redatto un piano energetico regionale l’idea di costruire delle centrali è rimasto un punto imprescindibile per le attuali politiche. Ad esempio la turbogas di Aprilia sulla carta non rientra in questo disegno, eppure c’è tutta l’intenzione di realizzarla comunque. Vogliamo sapere da che parte sta Marrazzo, perché se c’è coerenza con quanto promesso allora la prima cosa da fare rimane quella di ritirare subito il piano d’intesa."

Ma può anche accadere che una valutazione positiva d’impatto ambientale sia completamente ignorata. E’ il caso dell’area di Albano Laziale scelta per ospitare il nuovo inceneritore.

"Faremo subito ricorso al Tar - sentenzia Beppe - perché di fatto i risultati incompatibili emersi dallo studio sul territorio sono stati ignorati volutamente . Ormai è chiaro che ci sia la volontà di eludere qualsiasi vertenza territoriale anche quando le ipotesi di danno ambientale siano più che fondate. A settembre avevamo presentato un esposto anche sulla discarica di Roncigliano, ma guarda caso il fascicolo è stranamente scomparso."

Anche a Civitavecchia la realizzazione della centrale a carbone dell’Enel ormai non convince più nessuno. L’azienda elettrica continua a parlare di carbone pulito, tuttavia agli agricoltori che producevano frutta e verdura nelle zone vicine sembra sia stato suggerito di convertire in floricoltura i loro campi.

A Ciampino, invece, nonostante le mobilitazioni popolari, il traffico aereo è rimasto pressoché invariato. In pochi anni la massiccia presenza delle compagnie low cost ha drasticamente abbassato il livello qualitativo dell’aria e aumentato l’incidenza acustica. Sono state eseguite indagini epidemiologiche sul territorio che hanno confermato la presenza di sostanze altamente nocive al di sopra dei limiti previsti dalla Legge (PM10) prodotte dal traffico aereo, e l’aumento esponenziale di tumori all’apparato cardiorespiratorio. "Anche la scelta di realizzare un nuovo polo aeroportuale a Viterbo - dice Michela - servirebbe solo a trasferire un problema in un altro territorio, ma non a risolverlo alla sua base."

Gassificatori, inceneritori, nuovi aeroporti rappresentano solo la punta dell’iceberg dei tanti problemi ambientali che attraversano tutta la penisola e sui quali spesso le popolazioni locali non hanno nessuna voce in capitolo.
Quest’oggi nemmeno una pioggia battente è riuscita a fermare i movimenti che hanno continuato per tutta la mattina a ribadire la pericolosità racchiusa nella realizzazione di opere ad altissimo rischio, e il conseguente stravolgimento dell’intero ecosistema. E di fronte a questo scenario nessuno, ma proprio nessuno, sembra volersi prendere la responsabilità. (Al. Amb.)


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Coop ci spiega come differenziare i suoi imballaggi

Quante volte vi sarà capitato di chiedervi: e questo adesso dove lo butto? Questa pellicola di plastica può andare nella raccolta differenziata? Questa busta è fatta solo di carta o contiene anche della plastica?

Partiamo da un presupposto: l'industria e il commercio producono troppi imballaggi. Sono imballaggi molto spesso inutili, superflui e quindi dannosi, perché poi trovi dei geniacci, come la giunta Marrazzo nel Lazio, che vogliono bruciarli e quindi trasformarli in veleni, diossine, nanoparticelle e ceneri tossiche che vanno trattate come rifiuti speciali.

Primo: ridurre in tutti i modi i rifiuti alla fonte.
Siamo vicini a Natale: ma avete visto le tonnellate di buste colorate, carte, involucri, fiocchetti ecc. ecc. che troviamo nei negozi? Per carità, nessuno chiede un Grigio Natale ma neanche un Monnezza Natale (concetto valido anche per tutte le altre feste, peraltro) che vada a scapito dell'ambiente.
Pensateci, ora che il momento degli acquisti si avvicina.

Un'iniziativa lodevole è questa di Coop Italia: un'etichetta esplicativa sugli imballaggi dei prodotti a marchio Coop per spiegare come differenziare gli imballaggi stessi.

La cosa scandalosa è che scopriamo, leggendo questo testo esplicativo, che la marcatura degli imballaggi di questo tipo è del tutto volontaria.
Un plauso alla Coop, quindi, ma ci chiediamo:
possibile che non ci sia un cavolo di governo (di destra o di sinistra) che di fronte a situazioni come quella della Campania, non abbia sentito il dovere di fare una legge nazionale che renda subito obbligatoria questo tipo di marcatura?
Possibile che non ci sia un cavolo di governo che non abbia pensato a mettere intorno a un tavolo le più grandi catene della distribuzione (supermercati e ipermercati) e a suggerire in modo forte l'adozione di queste pratiche?
Possibile che tutto ricada sempre sulle spalle dei cittadini e sui loro polmoni, visto che poi il Partito Trasversale degli Inceneritori scorrazza dal nord al sud con l'obiettivo di fare tanti soldi e di avvelenarci?

A Coop Italia, a cui abbiamo fornito questa pubblicità gratuita, chiediamo un altro passo avanti: ci sono altre cose da fare, come una maggiore diffusione di borse per la spesa riutilizzabili a prezzo politico (marchiate Coop e quindi comunque veicolo pubblicitario) per ridurre al massimo l'uso delle buste di plastica o la riduzione dei vassoi di "polistirolo" per la carne e altri prodotti alimentari.

Aspettiamo altre buone novità e siamo pronti, nei nostri limiti, a darne notizia.



[fonte Coop]

1. A cosa serve l’etichettatura per lo smaltimento?
Smaltire correttamente i materiali degli imballaggi contribuisce ad aumentare la quota della raccolta differenziata, così come a diminuire i rifiuti. Recuperare e riciclare materiali significa ridurre il fabbisogno di risorse ed in ultima analisi è un intervento positivo per quanto riguarda l’impatto ambientale.

2. Come è possibile marcare in modo univoco gli imballi quando sul territorio le raccolte differenziate sono così eterogenee?
L’individuazione del corretto canale di smaltimento non è in contrasto con l’esistenza di modalità diverse di raccolta. L’importante è collocare il materiale giusto nel giusto contenitore di riferimento.

3. Come funziona la marcatura adottata da Coop?
Coop introduce sulle confezioni un’etichetta composta da tre elementi: a.la sigla tecnica identificativa del materiale di imballaggio. Il sistema di identificazione è stato predisposto dall’Unione Europea attraverso la Decisione 97/129/CE; b.la “traduzione” in linguaggio corrente della sigla tecnica, per rendere immediata l’identificazione del materiale altrimenti di difficile comprensione; c.l’indicazione del corretto canale di smaltimento.

4. Cosa succede nel caso di imballi formati da più componenti?
Vengono individuati, identificati e associati al corretto canale di smaltimento i singoli elementi che compongono la confezione. Sul pack dei cracker al rosmarino Coop, ad esempio, vengono indicati sigla tecnica, tipologia di materiale, canale di smaltimento per:
1. la pellicola plastica che avvolge la confezione;
2. la fascetta di carta che contiene i 16 pacchetti;
3. la bustina di plastica della porzione singola.

5. La marcatura degli imballaggi è obbligatoria?
Esistono riferimenti legislativi di livello Comunitario che regolano la materia della marcatura degli imballaggi:
* la Direttiva 94/62/CE stabilisce che la marcatura deve essere chiaramente visibile e di facile lettura;
* la Decisione 97/129/CE istituisce il sistema di identificazione (per abbreviazioni e numerazione) dei materiali da imballaggio.
La normativa dichiara esplicitamente che l’adozione della marcatura è volontaria. Se, e quando, la marcatura diventerà obbligatoria, il sistema delineato attraverso queste leggi rappresenterà l’unico quadro di riferimento valido e comune in tema di identificazione dei materiali da imballaggio.

6. Non dovrebbero essere l’industria e la distribuzione ad interessarsi per risolvere i problemi connessi alle scelte di imballaggio?
Industria e distribuzione sono chiamate a rinnovare il proprio impegno nel contrastare l’aumento della quantità di imballaggi immessi sul mercato. Ma una volta che il prodotto è commercializzato ed è nelle mani del consumatore, solo lui diventa il vero protagonista della corretta attuazione della raccolta differenziata.


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venerdì 5 dicembre 2008

Governo verde ma solo per il vertice del G20

L'ipocrisia non è di destra né di sinistra: l'ipocrisia, purtroppo, è ormai la regola in questo paese.

Come spiegarsi, altrimenti, episodi come le dichiarazioni dell'assessore della regione Lazio, Mario Di Carlo, a Report, (portate ad esempio anche dall'Espresso) che dopo lo lo scandalo iniziale hanno portato a una bolla di sapone, visto che il Di Carlo è tuttora assessore del Lazio?

Ipocrisia è anche quella che riguarda il referendum sugli inceneritori nel Lazio.
A Vicenza il partito democratico ha sostenuto la consultazione popolare dei cittadini per esprimere la propria opinione sull'allargamento della base americana.
Nel Lazio il partito democratico è al potere.
Ne segue che sarebbe lecito aspettarsi che il partito democratico del Lazio (e anche le altre forze della sinistra o centro sinistra) sostenesse con forza una consultazione popolare sugli inceneritori.

E invece no, la giunta Marrazzo non vuole un referendum!

"A Vicenza sì e nel Lazio no? Un referendum per la base Nato sì e un referendum per gli inceneritori no? Forse i veneti sono belli e bravi e noi del Lazio siamo brutti, sporchi e cattivi? Forse a Vicenza c'è da recuperare consensi alla lega? Non capisco."

Ultimo episodio di ipocrisia.

Il governo Berlusconi toglie le detrazioni al 55% sul risparmio energetico e sulle energie rinnovabili per le famiglie e conferma in tutti i modi i soldi dei CIP-6 (quelli delle bollette Enel destinati alle energie rinnovabili) per finanziare gli inceneritori.
Ora leggo che il prossimo vertice del G8-G20 che si svolgerà in Sardegna sarà all'insegna dell'ecologia.
Come dire: per i potenti del mondo abbelliamo la facciata (un po' come i famosi archi di cartapesta di mussoliniana memoria) con la patina dorata dell'ecologia e poi togliamo i soldi alla stessa ecologia di tutti i giorni, a quella concreta dei pannelli solari, dei doppi vetri, delle caldaie a condensazione.

L'ipocrisia andrebbe inserita nella nostra Costituzione.

[fonte La Nuova Sardegna]

Massima attenzione sarà rivolta anche all'ambiente, vista la particolarità del parco de La Maddalena. Sull'isola i leader e le delegazioni si muoveranno con auto elettriche e verranno sperimentate anche imbarcazioni ibride per i trasporti, mentre per i rifiuti l'obiettivo è quello di potenziare al massimo la raccolta differenziata per far sì che nulla venga sprecato. Quanto all'energia, si sfrutteranno al massimo le fonti alternative, come l'energia solare, anche se sarà necessario portare dell'energia elettrica con un elettrodotto sottomarino visti i 'picchi' che si registreranno per la presenza dei media di tutto il mondo. "Sarà un G8 non ad impatto zero - dice il commissario delegato per l'organizzazione, il sottosegretario Guido Bertolaso - ma ad impatto sottozero perché dobbiamo a tutti i costi preservare le bellezze naturali di uno dei posti più belli del mondo".
Alla Maddalena arriverà anche la più grande nave da crociera al mondo, la 'Msc Fantasia' che sarà varata il 18 dicembre a Napoli e che proprio oggi ha ricevuto il certificato di ecosostenibilità: le sue 99 suite e 1.530 cabine ospiteranno le delegazioni dei partecipanti al summit.


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giovedì 4 dicembre 2008

Le ecoballe di Napoli e l'inceneritore di Civitavecchia

Tanto per capire quante panzane (avvelenate) girano sugli inceneritori, vediamo un po' la polemica sul costruibile inceneritore di Civitavecchia.
In primo luogo, da dove spunta fuori?
I soldi fanno gola a tutti e sui rifiuti ce ne sono una marea, come hanno ben spiegato anche Saviano e gli altri giornalisti che hanno parlato dei rapporti d'oro tra camorra e rifiuti.
L'onorevole Tidei, che è stato sindaco di Civitavecchia, giustamente tutela i suoi concittadini e chiede notizie sull'inceneritore della sua città.
Scopriamo così che l'inceneritore brucerà i rifiuti di Roma (rimango della mia opinione: a quelli che sostengono che gli inceneritori non fanno male, consiglio di metterselo sotto casa un bell'inceneritore e poi ne riparliamo tra 10 anni).
Ma non basta: perché non bruciamo pure le ecoballe di Napoli, cioè quelle cose indegne dove c'è di tutto, compresi fanghi, rifiuti speciali e altre porcherie?
Riflettete italiani: valanghe di soldi per fare gli inceneritori, per non sviluppare la raccolta differenziata e per "promuovere lo sviluppo dei tumori nel nostro paese"; intanto, il governo nazionale pensa bene di risparmiare i soldi delle detrazioni del 55% sulle energie rinnovabili.
Vergogna!
Basta decidere che i soldi nostri (!) dei CIP-6 possono essere usati per finanziare la detrazione del 55% sugli interventi nostri di risparmio energetico (infissi con doppi verti, pannelli solari, caldaie a gas a basso consumo ecc.).
Invece i soldi nostri dei CIP-6 vanno ai Cerroni di turno per bruciare i nostri rifiuti, ricevere da noi altri soldi per bruciarli, e poi rivendersi l'energia prodotta con i nostro rifiuti.
Neanche Gambadilegno, Macchia Nera, Fantomas e Arsenio Lupin messi insieme sarebbero riusciti a fare di meglio!
[fonte TRC giornale - il giornale telematico di Civitavecchia]

Inceneritore di Civitavecchia.
Tidei: "Brucerà anche le ecoballe di Napoli?"


mercoledì 3 dicembre 2008 14:43

"L'eventuale inceneritore di Civitavecchia brucerà anche le ecoballe di Napoli, oltre che i rifiuti di Roma?".
Lo chiede l'onorevole Pietro Tidei al Ministro per l'Ambiente, Matteoli, attraverso un'interrogazione con richiesta di risposta scritta. Tidei sostiene di aver appreso la notizie del possibile incenerimento delle ecoballe di Napoli a Civitavecchia proprio da ambienti ministeriali e chiede conferma al riguardo proprio al responsabile del dicastero, ricordando che la città, dal 1949 ad oggi, ha già pagato un incalcolabile e altissimo tributo alle esigenze nazionali.

Interrogazione dell'On. Avv. Pietro Tidei all'on. Ministro dell'Ambiente con richiesta di risposta orale.

Premesso:

- che, sembra prossima la decisione a livello governativo di installare nella Centrale Elettrica di Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia un inceneritore da impiantare nel IV Gruppo pronto e disponibile nella medesima centrale;

- che tale ipotesi suscita fortissima apprensione in tutti gli strati della popolazione, afflitta da molti anni dai pesanti effetti dannosi provocati dalle emissioni inquinanti, sia delle centrali elettriche sia dei fumi delle navi, sia degli scarichi di auto e di moto e che tale impressionante accumulo di inquinamenti ha provocato gravissime ripercussioni sulla salute delle popolazioni del comprensorio e ha recato danni gravissimi alla salubrità ambientale;

- che tale scelta deprecabile, deplorevole e disgraziata viene diffusamente già contestata e da ogni strato sociale si leva vibrante la protesta e la richiesta per impedire che sia portato a termine questo sciagurato progetto, che trasformerebbe Civitavecchia nella "pattumiera" del Lazio costretta a ricevere quotidiane tonnellate di "monnezza" provenienti dalla Capitale e da una vasta area di altri comuni;

- che da notizie apprese presso il Ministero dell'Ambiente non si esclude che l'inceneritore di Civitavecchia debba bruciare tutte le eco balle rimaste a Napoli e non più inviate in Germania, con la drammatica conseguenza che Civitavecchia assumerebbe le dimensioni di una "discarica" nazionale, decuplicando tutte le previsioni negative già considerate per le combustioni del Lazio;

tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto interroga l'On. Ministro dell'Ambiente per sapere:
1. se ritiene di poter confermare le notizie in premessa, con particolare riferimento a quelle riguardanti le eco balle provenienti da Napoli;
2. se non ritenga di dover intervenire con la necessaria urgenza in sede governativa per impedire la realizzazione di un tale progetto, gravido e foriero di sollevazioni popolari nel comprensorio di Civitavecchia, che ha già pagato dal 1949 ad oggi un altissimo e incalcolabile tributo per le esigenze nazionali.

On. Avv. Pietro Tidei
02.12.2008


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mercoledì 3 dicembre 2008

Le parole sono importanti: l'Accademia della Crusca dice no ai "termovalorizzatori"

Cosa c'entra l'Accademia della Crusca con i termovalorizzatori?
C'entra, c'entra.
Dopo aver visto che alcuni importanti vocabolari, come il De Mauro Paravia, non presentano la parola "termovalorizzatore", ora chiudiamo definitivamente la questione.
Sotto potete leggere il circostanziato parare dell'Accademia della Crusca che spiega perchè non si può accettare il termine "termovalorizzatore", che pertanto per la lingua italiana NON ESISTE.

Di conseguenza:

1) chi usa il termine "termovalorizzatore" senza conoscere l'opinione dell'Accademia della Crusca e senza aver mai cercato la parola su un vocabolario, è un IGNORANTE, nel senso che ignora come stanno le cose;

2) chi usa il termine "termovalorizzatore" avendo avuto modo di sapere che la parola non esiste, non può che rientrare in una di queste due casistiche:
o è un'IDIOTA
, perché usa una parola inesistente pur sapendo che è inesistente (perché lo fa? non lo so, chiedetelo a lui, però è idiota e quindi non so se sia capace di rispondervi)
oppure è IN MALAFEDE
(cioè è un IPOCRITA o UN DISONESTO o un MARPIONE), perché usa una parola CHE NON ESISTE al posto di un'altra (cioè quella giusta) per fregare gli altri, ingannare, fare un polverone.

Del resto, leggete il periodo finale della risposta dell'Accademia: "... che poi questo spostamento semantico venga anche appoggiato dall'intenzione, da parte di produttori degli impianti e di amministratori, di allontanare nell'opinione pubblica l'idea della pericolosità ambientale e sottolineare il richiamo al valore dell'energia prodotta, è questione che va oltre le competenze del linguista".

Opinione pubblica: zitta e respira nanopolveri, ceneri, diossina e altre sostanze cancerogene!




[fonte ilSigna; neretti ed altre evidenziature sono mie]

Accademia della Crusca su "termovalorizzatore"

24 settembre 2008

Qualche mese fa avevo chiesto all'accademia della Crusca se non fosse improprio usare il termine termovalorizzatore se riferito all'incenerimento dei rifiuti.

Pubblico di seguito la loro gentile risposta:

Gentilissimo utente,
in relazione al quesito di consulenza linguistica da Lei inviatoci,
Le trasmettiamo la seguente risposta:

"La risposta, da me curata, alla sua domanda è stata pubblicata nell'ultimo numero della "Crusca per voi" (n° 36, aprile 2008). Gliela riporto di seguito e la informo che, se interessato, può richiedere l'abbonamento all'indirizzo abbonamenti@crusca.fi.it

"Il termine termovalorizzatore è relativamente recente e, anche se le datazioni riportate dai vocabolari non sono perfettamente in linea tra loro, possiamo collocarne la diffusione tra il 1999 e il 2000; la coniazione potrebbe precedere di poco.
La parola è registrata nei Neologismi quotidiani di Giovanni Adamo e Valeria Della Valle con attestazione dal quotidiano «La Stampa» del 2001 (la stessa datazione è riportata nel Devoto Oli 2007), mentre il GRADIT, Grande Dizionario Italiano dell'Uso di De Mauro (nel volume di aggiornamenti del 2003) anticipa la datazione al 1999 sempre con un riferimento allo stesso quotidiano; una significativa anticipazione al 1988 è invece registrata nel Sabatini Coletti 2008 in cui però non è riportata la fonte.
Poiché si tratta di un termine relativo a una materia regolamentata da direttive europee, alle quali poi si rifanno le normative dei singoli Stati, si potrebbe pensare a un suo primo utilizzo proprio nei testi legislativi, ma in realtà nelle direttive europee sull'incenerimento dei rifiuti uscite tra il 1999 e il 2000 (la DE 1999/31/CE e la DE 2000/76/CE) si parla ancora soltanto di inceneritori.
Date queste premesse, è probabile che, come spesso accade per le nuove parole, anche termovalorizzatore sia stata creata in ambito industriale e diffusa per via mediatica: in realtà si tratta, dal punto di vista morfologico, di una parola ben formata con un prefissoide (termo- 'calore') altamente produttivo (come ad esempio in termoconvettore, termoregolatore, termosifone) e dal nome d'agente valorizzatore, a sua volta formato sulla base del verbo valorizzare con il suffisso -tore (quindi 'colui o ciò che valorizza').
Questa neoformazione solleva maggiori problemi a livello semantico: è nata infatti per indicare nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti che si fondano su criteri e utilizzano tecnologie in parte diverse rispetto a quelle dei tradizionali inceneritori, ma che non eliminano il processo della combustione dei rifiuti, con tutte le conseguenze che questo comporta sul piano dell'impatto ambientale.
Le definizioni riportate dai vocabolari risultano infatti abbastanza opache se le confrontiamo con le discussioni e, in alcuni casi, le aspre polemiche che la realizzazione e la collocazione di questi impianti ha sollevato nell'opinione pubblica.
Le definizioni, tutte pressoché analoghe, sono del tipo 'moderno tipo di inceneritore in grado di trasformare determinati rifiuti in fonti energetiche alternative' (GRADIT, 2003) oppure 'impianto per l'eliminazione e il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani mediante combustione e successivo sfruttamento dell'energia termica prodotta' (Neologismi quotidiani). Si tratta in realtà di impianti di incenerimento in cui i rifiuti vengono smaltiti mediante un processo di combustione ad alta temperatura che produce ceneri, polveri e gas come quelli preesistenti, con la differenza che il calore prodotto viene recuperato e utilizzato per produrre vapore e quindi energia elettrica.
Stando così le cose, una denominazione più esaustiva e meno ambigua dovrebbe essere quella di inceneritore con termovalorizzazione (ha circolato inceneritore con recupero energetico, che non ha avuto molta fortuna), ma è certamente scattata, a questo punto, la ricerca di brevità, propria del linguaggio tecnologico, e ne è derivata la semplificazione, che ha anche spostato il maggior carico semantico nel nome di agente dato alla parte dell'impianto che crea valore con la combustione dei rifiuti.
Che poi questo spostamento semantico venga anche appoggiato dall'intenzione, da parte di produttori degli impianti e di amministratori, di allontanare nell'opinione pubblica l'idea della pericolosità ambientale e sottolineare il richiamo al valore dell'energia prodotta, è questione che va oltre le competenze del linguista".

Cordiali saluti,
Raffaella Setti
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca


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Non capisco

Leggo le risposte di Marrazzo sul suo blog su raccolta differenziata e inceneritori e davvero non capisco.

Non capisco...

1) Non capisco...
Capannori non va bene, perché è troppo piccolo. E Vedelago? L'impianto serve un milione di cittadini della provincia di Treviso: sono pochi?
Volete informazioni sulla raccolta porta a porta a Torino, capoluogo del Piemonte? Anche Torino è un paesetto?
Leggete qui come va.

Il signor Marrazzo può chiedere informazioni al signor Chiamparino, sindaco di Torino: mi pare siano dello stesso raggruppamento politico (a proposito: sarà un caso che tutti e due aderiscano anche al partito degli inceneritori? bah...)

2) Non capisco...
A Vicenza il partito democratico ha sostenuto la consultazione popolare dei cittadini per esprimere la propria opinione sull'allargamento della base americana.
Nel Lazio il partito democratico governa.
Ne segue che sarebbe lecito aspettarsi che il partito democratico del Lazio sostenesse con forza la consultazione popolare sugli inceneritori.
E invece no, la giunta Marrazzo non vuole un referendum!
E allora non capisco: a Vicenza sì e nel Lazio no? Un referendum per la base Nato sì e un referendum per gli inceneritori no? Forse i veneti sono belli e bravi e noi del Lazio siamo brutti, sporchi e cattivi? Forse a Vicenza c'è da recuperare consensi alla lega? Non capisco.

3) Non capisco...
Il Lazio è alle prese con un buco enorme nella sanità lasciato da Storace e compari, eppure la giunta Marrazzo sostiene gli inceneritori che porteranno nei prossimi decenni tumori, malattie, malformazioni, con un enorme spesa pubblica sanitaria.
Ma che senso ha?
Se volete informazioni sui rapporti tra inceneritori e tumori e sulle posizioni dei medici di tutto il mondo contro gli inceneritori, qui trovate una marea di materiale.
Magari Marrazzo questi documenti non li conosce...

4) Non capisco...
Sui CIP-6 veramente non avete capito? I CIP-6 per legge dovrebbero essere destinati alle energie rinnovabili.
Prodi prima e Berlusconi poi (destra o sinistra, basta che siano inceneritori!) hanno detto che i CIP-6 si possono usare anche per gli inceneritori.
Ma per voi i rifiuti sono una fonte rinnovabile? Ma davvero pensate che i cittadini non sappiano che le energie rinnovabili sono il sole, il vento, le biomasse e non bruciare i rifiuti?
L'Unione Europea dovrà pronunciarsi e vedrete che ci farà l'ennesima sanzione.


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I termovalorizzatori non esistono: lo dice anche il vocabolario

Grazie a Gianluca Bracca, vi propongo questo sfizioso filmato che dimostra come la parola (ma anche il concetto) termovalorizzatore in italiano non esiste.

Ho fatto un'altra prova: ho cercato la parola "termovalorizzatore" con il Dizionario De Mauro Paravia on line.

Questo è il risultato.

Fatevi due risate.





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martedì 2 dicembre 2008

Per Montino (vicepresidente del Lazio) gli inceneritori non servono se aumenta la raccolta differenziata

Per la serie:
"Facce' pace con Marrazzo"
Dal comunicato dei Verdi dei Castelli Romani scopriamo che Montino, vice di Marrazzo, riconosce ciò che Marrazzo non riconosce, cioè che gli inceneritori non servono se aumenta la raccolta differenziata.
La schizofrenia della giunta Marrazzo è conclamata: leggete cosa aveva già detto in passato l'assessore al bilancio Nieri contro gli inceneritori.
Perché non fate una bella verifica all'interno della giunta?
Perché non fate pace con le vostre incongruenze?
Perché non fate pace, soprattutto, con i cittadini?

Referendum subito:
cittadini, volete la raccolta differenziata porta a porta (l'unica che garantisce in tempi brevi, cioè pochi mesi, percentuali superiori al 50%) oppure l'inceneritore?

Cittadini di Roma, votate! Volete l'inceneritore? Siete pazzi, ma comunque tenetevelo: fatevelo a Villa Borghese o a Castro Pretorio, tanto non fa male e non fa venire i tumori...

Ognuno (famiglia, condominio, quartiere, paese, cittadina, metropoli, provincia...) sia responsabile dei suoi rifiuti!
[fonte Verdi Castelli Romani]

Inceneritori. Mollica (Verdi Castelli Romani): “Bene Montino. Quindi Albano non serve”

“Riceviamo con grande soddisfazione le dichiarazioni del vicepresidente della Giunta Regionale del Lazio Esterino Montino sull’inutilità degli impianti di incenerimento a fronte dell’aumento della raccolta differenziata nei nostri territori”.
È quanto dichiara in una nota Andrea Tupac Mollica, Coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani.

“Montino chiarisce una volta per tutte - spiega Mollica - che un eventuale inceneritore romano a Fiumicino sarebbe solo un ostacolo alla raccolta differenziata, in quanto le quote recuperate di carta e plastica invece di essere riciclate finirebbero in pasto all’inceneritore"
(vedi nel post precedente le dichiarazioni di Di Carlo: "ma si nun ce stanno 'a carta e 'a plastica, ma che te bbruci?", nota del blogger).

“A questo punto - prosegue il coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani - la domanda sorge spontanea: perché ad Albano l’inceneritore dovrebbe invece avere una qualche utilità?
Per quale motivo si dovrebbero movimentare oltre 100 camion al giorno verso Albano dagli impianti di produzione di CDR dell’AMA (Rocca Cencia e Via Salaria, quindi dall’altra parte di Roma), con conseguente spreco di energia, inquinamento e aggravio insostenibile per le strade locali, già oggi al collasso?”

“Il problema reale - conclude Mollica - l’autentica sfida per una governance della gestione dei rifiuti economica, ecologica e rispettosa dei territori, come chiarisce lo stesso Montino, non riguarda la necessità di nuovi inceneritori, ma l’incremento della raccolta differenziata, l’avvio in tempi brevissimi di impianti per il riciclo e lo sviluppo delle relative filiere dei prodotti di recupero. Ci auguriamo che la nuova gestione dell’AMA punti decisamente verso questi obbiettivi”.



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Una risposta ad Artuto R. sui cassonetti e sulle fazioni dei rifiuti

La nostra risposta al quesito del signor Arturo nel blog di Marrazzo/Tozzi/inceneritori www.facciamoladifferenza.it
12 # arturo r. scrive:

Vivo da 5 anni a roma (anche) perché sono praticamente scappato dalla mia città, Aversa, al centro dell’ormai nota crisi dei rifiuti, e qui mi ritrovo a vivere e combattere gli stessi problemi; ecco alcune proposte:

Quesito 1
Fate in modo che i bidoni della differenziata si aprano (totalmente), come quelli dei rifuti generali: in quei “buchetti”, cartoni e grosse bottiglie, per non parlare delle buste non entrano e molti lasciano i rifiuti per terra, o stufati buttano tutto nel più comodo contenitore indifferenziato.

Quesito 2
Da un po' di tempo, in italia, c’è (e lo ha scritto, in parte, anche marrazzo) una “guerra” in italia tra due fazioni: i fautori della differenziata + rifiuti zero + riciclo + riduzione imballaggi, contro i fautori di inceneritori + discariche, ognuno con i suoi (ben noti) motivi: decidete una buona volta dove schierarvi ed agite di conseguenza: se sono stati usati poliziotti ed esercito per “difendere” discariche (a napoli) perché non usare forze dell’ordine per imporre per strada la raccolta differenziata porta a porta? sono (ovviamente) stanco di vedere solo “proposte”, “campagne”, “sensibilizzazioni” pro raccolta: o si fa o non si fa.

Quesito 3
Come funziona il sistema di raccolta rifiuti speciali a roma? si possono lasciare davanti ai bidoni? bisogna telefonare all’ama?
grazie e ciao a tutti
|Lasciato il 1 Dicembre 2008 alle 21:55|

Le nostre risposte per Arturo

Quesito 1
I cassonetti fanno parte del medioevo: con la raccolta porta a porta sono inutili ed inoltre si recuperano parecchi posti macchina, come puoi verificare leggendo questa notizia di fonte Ama Roma.

Quesito 2
Caro Arturo, le fazioni sono differenti da quelle che vedi tu...

Fazione 1: discariche, inceneritori (privati con i soldi pubblici), affari, spreco di denaro pubblico, impianti ad alto rischio, diossina, nanopolveri, inquinamento, tumori, malformazioni infantili, un residuo del 30% del totale di rifiuti speciali, il fallimento della raccolta differenziata (come dice a Report Di Carlo, assessore della giunta Marrazzo ancora in carica, "ahò ma se nun ce 'sta la carta e la plastica, ma che te bruci dentro all'inceneritore?"), bruciare, medioevo.

Fazione 2: riduzione dei rifiuti alla fonte, riciclaggio e riutilizzo, raccolta differenziata porta a porta, coinvolgimento dei cittadini, futuro, razionalità, modernità, rifiuti zero, trattamenti a freddo, Carla Poli, Vedelago, Capannori, San Francisco (California: seguono la strategia rifiuti zero), Edmonton (Canada, rifiuti zero, 900.000 abitanti: seguono la strategia rifiuti zero).

Sempre sul quesito 2
Ma sei sicuro che l'unica soluzione sia militarizzare? Occorre coinvolgere i cittadini, consultarli, fare referendum invece di imporre gli inceneritori, e poi mettere un sistema fiscale di incentivi e disincentivi per premiare i comportamenti virtuosi (questo comune fa più differenziata e quindi paga meno tasse sui rifiuti!), comprese ovviamente le multe (come fanno dove la raccolta porta a porta già funziona).

Un saluto, Arturo!



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