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In corteo contro il mega-inceneritore della regione Lazio
I cittadini di Albano, alle porte di Roma, protestano contro l'impianto: «È inutile e dannoso»
[il manifesto del 19 ottobre 2008] Andrea Palladino - ALBANO (ROMA)
Un futuro nero si prepara per la regione Lazio, che ha appena approvato la costruzione di uno degli inceneritori più grandi d'Italia. Lo chiamano gassificatore, lo costruirà un consorzio tra Acea, Ama e la Pontinia Ambiente dell'avvocato dei rifiuti Manlio Cerroni, mentre la procedura per l'approvazione è avvenuta nei corridoi della presidenza della Regione Lazio in silenzio, evitando troppo rumore. Ad Albano Laziale - a pochi chilometri dal raccordo anulare - però troppo silenzio i cittadini non lo vogliono. Una manifestazione preparata da due mesi è arrivata al momento più opportuno, due giorni dopo l'annuncio del presidente Marrazzo, che - forse messo alle strette da chi ha mano il futuro economico della Regione - ha annunciato la firma dell'autorizzazione per la costruzione del mega inceneritore alle porte di Roma.
Nella città dei Castelli romani hanno sfilato ieri per due ore i tanti cittadini che da mesi si battono contro il progetto. «Abbiamo un'aria già carica d'inquinanti, una discarica a ridosso della città, non possiamo accettare altri impianti che solo aggraveranno la situazione», racconta il coordinamento «No inc», che riunisce la sinistra e gran parte dell'ambientalismo dei Castelli romani.
L'inceneritore, oltre ad essere dannoso, è in sostanza inutile. Oggi i tre impianti esistenti nel Lazio - Colleferro, San Vittore e quello in via di apertura di Malagrotta - sono in grado di accogliere abbondantemente il combustibile da rifiuti prodotto nella regione. Le 185.000 tonnellate di Cdr prodotto ogni anno potrebbero essere facilmente smaltite nell'impianto del consorzio Gaia di Colleferro, che ha un potenziale di 260.000 tonnellate l'anno. In realtà la costruzione di nuovi inceneritori si spiega con l'ipotesi - sempre più probabile - di destinare agli impianti del Lazio i rifiuti prodotti da altre regioni, ecoballe napoletane incluse.
La stessa procedura di approvazione dell'impianto di Albano è perlomeno sospetta. Ad aprile la valutazione d'impatto ambientale era stata negativa. Nei giorni delle elezioni fu il presidente Marrazzo a sospendere l'iter del progetto, che stava andando incontro ad una bocciatura. In pochi giorni il consorzio guidato dalla coppia romana Acea-Ama presentava ulteriori documenti, mai resi pubblici. Nel silenzio estivo la valutazione negativa si trasformava in una approvazione, che sta creando non pochi malumori nella giunta guidata da Marrazzo. «Ci dovrà essere un vero confronto all'interno della maggioranza», ha spiegato Filiberto Zaratti, assessore regionale all'ambiente dei Verdi, presente alla manifestazione di ieri ad Albano contro l'impianto. Un confronto - quello sulle tematiche ambientali - forse rimandato per troppo tempo.
martedì 21 ottobre 2008
In corteo contro il mega-inceneritore della regione Lazio
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