sabato 6 dicembre 2008

Inceneritori, ambiente, turbogas: prostesta contro Marrazzo

Proseguono le proteste contro la giunta Marrazzo per un impegno sull'ambiente chiaro e senza patteggiamenti: purtroppo i segnali sono di tutt'altro tipo ma la battaglia non è perduta, né tanto meno finita!
[fonte Bellaciao]

Protesta delle reti ambientaliste. Marrazzo da che parte sta?

Venerdì 5 dicembre 2008 le reti ambientaliste si sono radunate davanti alla Regione Lazio per chiedere atti concreti alla giunta di Piero Marrazzo sul fronte ambientale.
Al sit-in hanno partecipato alcune centinaia di persone (nonostante il tempo pessimo, ndb):
  • l’Assemblea Permanente No Fly di Ciampino
  • il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
  • la Rete No Turbogas di Aprilia
  • i movimenti contro il carbone di Civitavecchia
"Siamo qui oggi - parla Marco Filippetti, portavoce della rete no turbogas -per continuare un percorso di condivisione nel metodo e nel merito contro la costruzione di grandi opere come queste nel Lazio. Ci sono delle responsabilità oggettive della giunta regionale sull’approvazione dei progetti. Il presidente della Regione aveva espresso la chiara intenzione di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, ma nonostante sia stato redatto un piano energetico regionale l’idea di costruire delle centrali è rimasto un punto imprescindibile per le attuali politiche. Ad esempio la turbogas di Aprilia sulla carta non rientra in questo disegno, eppure c’è tutta l’intenzione di realizzarla comunque. Vogliamo sapere da che parte sta Marrazzo, perché se c’è coerenza con quanto promesso allora la prima cosa da fare rimane quella di ritirare subito il piano d’intesa."

Ma può anche accadere che una valutazione positiva d’impatto ambientale sia completamente ignorata. E’ il caso dell’area di Albano Laziale scelta per ospitare il nuovo inceneritore.

"Faremo subito ricorso al Tar - sentenzia Beppe - perché di fatto i risultati incompatibili emersi dallo studio sul territorio sono stati ignorati volutamente . Ormai è chiaro che ci sia la volontà di eludere qualsiasi vertenza territoriale anche quando le ipotesi di danno ambientale siano più che fondate. A settembre avevamo presentato un esposto anche sulla discarica di Roncigliano, ma guarda caso il fascicolo è stranamente scomparso."

Anche a Civitavecchia la realizzazione della centrale a carbone dell’Enel ormai non convince più nessuno. L’azienda elettrica continua a parlare di carbone pulito, tuttavia agli agricoltori che producevano frutta e verdura nelle zone vicine sembra sia stato suggerito di convertire in floricoltura i loro campi.

A Ciampino, invece, nonostante le mobilitazioni popolari, il traffico aereo è rimasto pressoché invariato. In pochi anni la massiccia presenza delle compagnie low cost ha drasticamente abbassato il livello qualitativo dell’aria e aumentato l’incidenza acustica. Sono state eseguite indagini epidemiologiche sul territorio che hanno confermato la presenza di sostanze altamente nocive al di sopra dei limiti previsti dalla Legge (PM10) prodotte dal traffico aereo, e l’aumento esponenziale di tumori all’apparato cardiorespiratorio. "Anche la scelta di realizzare un nuovo polo aeroportuale a Viterbo - dice Michela - servirebbe solo a trasferire un problema in un altro territorio, ma non a risolverlo alla sua base."

Gassificatori, inceneritori, nuovi aeroporti rappresentano solo la punta dell’iceberg dei tanti problemi ambientali che attraversano tutta la penisola e sui quali spesso le popolazioni locali non hanno nessuna voce in capitolo.
Quest’oggi nemmeno una pioggia battente è riuscita a fermare i movimenti che hanno continuato per tutta la mattina a ribadire la pericolosità racchiusa nella realizzazione di opere ad altissimo rischio, e il conseguente stravolgimento dell’intero ecosistema. E di fronte a questo scenario nessuno, ma proprio nessuno, sembra volersi prendere la responsabilità. (Al. Amb.)


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Coop ci spiega come differenziare i suoi imballaggi

Quante volte vi sarà capitato di chiedervi: e questo adesso dove lo butto? Questa pellicola di plastica può andare nella raccolta differenziata? Questa busta è fatta solo di carta o contiene anche della plastica?

Partiamo da un presupposto: l'industria e il commercio producono troppi imballaggi. Sono imballaggi molto spesso inutili, superflui e quindi dannosi, perché poi trovi dei geniacci, come la giunta Marrazzo nel Lazio, che vogliono bruciarli e quindi trasformarli in veleni, diossine, nanoparticelle e ceneri tossiche che vanno trattate come rifiuti speciali.

Primo: ridurre in tutti i modi i rifiuti alla fonte.
Siamo vicini a Natale: ma avete visto le tonnellate di buste colorate, carte, involucri, fiocchetti ecc. ecc. che troviamo nei negozi? Per carità, nessuno chiede un Grigio Natale ma neanche un Monnezza Natale (concetto valido anche per tutte le altre feste, peraltro) che vada a scapito dell'ambiente.
Pensateci, ora che il momento degli acquisti si avvicina.

Un'iniziativa lodevole è questa di Coop Italia: un'etichetta esplicativa sugli imballaggi dei prodotti a marchio Coop per spiegare come differenziare gli imballaggi stessi.

La cosa scandalosa è che scopriamo, leggendo questo testo esplicativo, che la marcatura degli imballaggi di questo tipo è del tutto volontaria.
Un plauso alla Coop, quindi, ma ci chiediamo:
possibile che non ci sia un cavolo di governo (di destra o di sinistra) che di fronte a situazioni come quella della Campania, non abbia sentito il dovere di fare una legge nazionale che renda subito obbligatoria questo tipo di marcatura?
Possibile che non ci sia un cavolo di governo che non abbia pensato a mettere intorno a un tavolo le più grandi catene della distribuzione (supermercati e ipermercati) e a suggerire in modo forte l'adozione di queste pratiche?
Possibile che tutto ricada sempre sulle spalle dei cittadini e sui loro polmoni, visto che poi il Partito Trasversale degli Inceneritori scorrazza dal nord al sud con l'obiettivo di fare tanti soldi e di avvelenarci?

A Coop Italia, a cui abbiamo fornito questa pubblicità gratuita, chiediamo un altro passo avanti: ci sono altre cose da fare, come una maggiore diffusione di borse per la spesa riutilizzabili a prezzo politico (marchiate Coop e quindi comunque veicolo pubblicitario) per ridurre al massimo l'uso delle buste di plastica o la riduzione dei vassoi di "polistirolo" per la carne e altri prodotti alimentari.

Aspettiamo altre buone novità e siamo pronti, nei nostri limiti, a darne notizia.



[fonte Coop]

1. A cosa serve l’etichettatura per lo smaltimento?
Smaltire correttamente i materiali degli imballaggi contribuisce ad aumentare la quota della raccolta differenziata, così come a diminuire i rifiuti. Recuperare e riciclare materiali significa ridurre il fabbisogno di risorse ed in ultima analisi è un intervento positivo per quanto riguarda l’impatto ambientale.

2. Come è possibile marcare in modo univoco gli imballi quando sul territorio le raccolte differenziate sono così eterogenee?
L’individuazione del corretto canale di smaltimento non è in contrasto con l’esistenza di modalità diverse di raccolta. L’importante è collocare il materiale giusto nel giusto contenitore di riferimento.

3. Come funziona la marcatura adottata da Coop?
Coop introduce sulle confezioni un’etichetta composta da tre elementi: a.la sigla tecnica identificativa del materiale di imballaggio. Il sistema di identificazione è stato predisposto dall’Unione Europea attraverso la Decisione 97/129/CE; b.la “traduzione” in linguaggio corrente della sigla tecnica, per rendere immediata l’identificazione del materiale altrimenti di difficile comprensione; c.l’indicazione del corretto canale di smaltimento.

4. Cosa succede nel caso di imballi formati da più componenti?
Vengono individuati, identificati e associati al corretto canale di smaltimento i singoli elementi che compongono la confezione. Sul pack dei cracker al rosmarino Coop, ad esempio, vengono indicati sigla tecnica, tipologia di materiale, canale di smaltimento per:
1. la pellicola plastica che avvolge la confezione;
2. la fascetta di carta che contiene i 16 pacchetti;
3. la bustina di plastica della porzione singola.

5. La marcatura degli imballaggi è obbligatoria?
Esistono riferimenti legislativi di livello Comunitario che regolano la materia della marcatura degli imballaggi:
* la Direttiva 94/62/CE stabilisce che la marcatura deve essere chiaramente visibile e di facile lettura;
* la Decisione 97/129/CE istituisce il sistema di identificazione (per abbreviazioni e numerazione) dei materiali da imballaggio.
La normativa dichiara esplicitamente che l’adozione della marcatura è volontaria. Se, e quando, la marcatura diventerà obbligatoria, il sistema delineato attraverso queste leggi rappresenterà l’unico quadro di riferimento valido e comune in tema di identificazione dei materiali da imballaggio.

6. Non dovrebbero essere l’industria e la distribuzione ad interessarsi per risolvere i problemi connessi alle scelte di imballaggio?
Industria e distribuzione sono chiamate a rinnovare il proprio impegno nel contrastare l’aumento della quantità di imballaggi immessi sul mercato. Ma una volta che il prodotto è commercializzato ed è nelle mani del consumatore, solo lui diventa il vero protagonista della corretta attuazione della raccolta differenziata.


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venerdì 5 dicembre 2008

Governo verde ma solo per il vertice del G20

L'ipocrisia non è di destra né di sinistra: l'ipocrisia, purtroppo, è ormai la regola in questo paese.

Come spiegarsi, altrimenti, episodi come le dichiarazioni dell'assessore della regione Lazio, Mario Di Carlo, a Report, (portate ad esempio anche dall'Espresso) che dopo lo lo scandalo iniziale hanno portato a una bolla di sapone, visto che il Di Carlo è tuttora assessore del Lazio?

Ipocrisia è anche quella che riguarda il referendum sugli inceneritori nel Lazio.
A Vicenza il partito democratico ha sostenuto la consultazione popolare dei cittadini per esprimere la propria opinione sull'allargamento della base americana.
Nel Lazio il partito democratico è al potere.
Ne segue che sarebbe lecito aspettarsi che il partito democratico del Lazio (e anche le altre forze della sinistra o centro sinistra) sostenesse con forza una consultazione popolare sugli inceneritori.

E invece no, la giunta Marrazzo non vuole un referendum!

"A Vicenza sì e nel Lazio no? Un referendum per la base Nato sì e un referendum per gli inceneritori no? Forse i veneti sono belli e bravi e noi del Lazio siamo brutti, sporchi e cattivi? Forse a Vicenza c'è da recuperare consensi alla lega? Non capisco."

Ultimo episodio di ipocrisia.

Il governo Berlusconi toglie le detrazioni al 55% sul risparmio energetico e sulle energie rinnovabili per le famiglie e conferma in tutti i modi i soldi dei CIP-6 (quelli delle bollette Enel destinati alle energie rinnovabili) per finanziare gli inceneritori.
Ora leggo che il prossimo vertice del G8-G20 che si svolgerà in Sardegna sarà all'insegna dell'ecologia.
Come dire: per i potenti del mondo abbelliamo la facciata (un po' come i famosi archi di cartapesta di mussoliniana memoria) con la patina dorata dell'ecologia e poi togliamo i soldi alla stessa ecologia di tutti i giorni, a quella concreta dei pannelli solari, dei doppi vetri, delle caldaie a condensazione.

L'ipocrisia andrebbe inserita nella nostra Costituzione.

[fonte La Nuova Sardegna]

Massima attenzione sarà rivolta anche all'ambiente, vista la particolarità del parco de La Maddalena. Sull'isola i leader e le delegazioni si muoveranno con auto elettriche e verranno sperimentate anche imbarcazioni ibride per i trasporti, mentre per i rifiuti l'obiettivo è quello di potenziare al massimo la raccolta differenziata per far sì che nulla venga sprecato. Quanto all'energia, si sfrutteranno al massimo le fonti alternative, come l'energia solare, anche se sarà necessario portare dell'energia elettrica con un elettrodotto sottomarino visti i 'picchi' che si registreranno per la presenza dei media di tutto il mondo. "Sarà un G8 non ad impatto zero - dice il commissario delegato per l'organizzazione, il sottosegretario Guido Bertolaso - ma ad impatto sottozero perché dobbiamo a tutti i costi preservare le bellezze naturali di uno dei posti più belli del mondo".
Alla Maddalena arriverà anche la più grande nave da crociera al mondo, la 'Msc Fantasia' che sarà varata il 18 dicembre a Napoli e che proprio oggi ha ricevuto il certificato di ecosostenibilità: le sue 99 suite e 1.530 cabine ospiteranno le delegazioni dei partecipanti al summit.


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giovedì 4 dicembre 2008

Le ecoballe di Napoli e l'inceneritore di Civitavecchia

Tanto per capire quante panzane (avvelenate) girano sugli inceneritori, vediamo un po' la polemica sul costruibile inceneritore di Civitavecchia.
In primo luogo, da dove spunta fuori?
I soldi fanno gola a tutti e sui rifiuti ce ne sono una marea, come hanno ben spiegato anche Saviano e gli altri giornalisti che hanno parlato dei rapporti d'oro tra camorra e rifiuti.
L'onorevole Tidei, che è stato sindaco di Civitavecchia, giustamente tutela i suoi concittadini e chiede notizie sull'inceneritore della sua città.
Scopriamo così che l'inceneritore brucerà i rifiuti di Roma (rimango della mia opinione: a quelli che sostengono che gli inceneritori non fanno male, consiglio di metterselo sotto casa un bell'inceneritore e poi ne riparliamo tra 10 anni).
Ma non basta: perché non bruciamo pure le ecoballe di Napoli, cioè quelle cose indegne dove c'è di tutto, compresi fanghi, rifiuti speciali e altre porcherie?
Riflettete italiani: valanghe di soldi per fare gli inceneritori, per non sviluppare la raccolta differenziata e per "promuovere lo sviluppo dei tumori nel nostro paese"; intanto, il governo nazionale pensa bene di risparmiare i soldi delle detrazioni del 55% sulle energie rinnovabili.
Vergogna!
Basta decidere che i soldi nostri (!) dei CIP-6 possono essere usati per finanziare la detrazione del 55% sugli interventi nostri di risparmio energetico (infissi con doppi verti, pannelli solari, caldaie a gas a basso consumo ecc.).
Invece i soldi nostri dei CIP-6 vanno ai Cerroni di turno per bruciare i nostri rifiuti, ricevere da noi altri soldi per bruciarli, e poi rivendersi l'energia prodotta con i nostro rifiuti.
Neanche Gambadilegno, Macchia Nera, Fantomas e Arsenio Lupin messi insieme sarebbero riusciti a fare di meglio!
[fonte TRC giornale - il giornale telematico di Civitavecchia]

Inceneritore di Civitavecchia.
Tidei: "Brucerà anche le ecoballe di Napoli?"


mercoledì 3 dicembre 2008 14:43

"L'eventuale inceneritore di Civitavecchia brucerà anche le ecoballe di Napoli, oltre che i rifiuti di Roma?".
Lo chiede l'onorevole Pietro Tidei al Ministro per l'Ambiente, Matteoli, attraverso un'interrogazione con richiesta di risposta scritta. Tidei sostiene di aver appreso la notizie del possibile incenerimento delle ecoballe di Napoli a Civitavecchia proprio da ambienti ministeriali e chiede conferma al riguardo proprio al responsabile del dicastero, ricordando che la città, dal 1949 ad oggi, ha già pagato un incalcolabile e altissimo tributo alle esigenze nazionali.

Interrogazione dell'On. Avv. Pietro Tidei all'on. Ministro dell'Ambiente con richiesta di risposta orale.

Premesso:

- che, sembra prossima la decisione a livello governativo di installare nella Centrale Elettrica di Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia un inceneritore da impiantare nel IV Gruppo pronto e disponibile nella medesima centrale;

- che tale ipotesi suscita fortissima apprensione in tutti gli strati della popolazione, afflitta da molti anni dai pesanti effetti dannosi provocati dalle emissioni inquinanti, sia delle centrali elettriche sia dei fumi delle navi, sia degli scarichi di auto e di moto e che tale impressionante accumulo di inquinamenti ha provocato gravissime ripercussioni sulla salute delle popolazioni del comprensorio e ha recato danni gravissimi alla salubrità ambientale;

- che tale scelta deprecabile, deplorevole e disgraziata viene diffusamente già contestata e da ogni strato sociale si leva vibrante la protesta e la richiesta per impedire che sia portato a termine questo sciagurato progetto, che trasformerebbe Civitavecchia nella "pattumiera" del Lazio costretta a ricevere quotidiane tonnellate di "monnezza" provenienti dalla Capitale e da una vasta area di altri comuni;

- che da notizie apprese presso il Ministero dell'Ambiente non si esclude che l'inceneritore di Civitavecchia debba bruciare tutte le eco balle rimaste a Napoli e non più inviate in Germania, con la drammatica conseguenza che Civitavecchia assumerebbe le dimensioni di una "discarica" nazionale, decuplicando tutte le previsioni negative già considerate per le combustioni del Lazio;

tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto interroga l'On. Ministro dell'Ambiente per sapere:
1. se ritiene di poter confermare le notizie in premessa, con particolare riferimento a quelle riguardanti le eco balle provenienti da Napoli;
2. se non ritenga di dover intervenire con la necessaria urgenza in sede governativa per impedire la realizzazione di un tale progetto, gravido e foriero di sollevazioni popolari nel comprensorio di Civitavecchia, che ha già pagato dal 1949 ad oggi un altissimo e incalcolabile tributo per le esigenze nazionali.

On. Avv. Pietro Tidei
02.12.2008


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mercoledì 3 dicembre 2008

Le parole sono importanti: l'Accademia della Crusca dice no ai "termovalorizzatori"

Cosa c'entra l'Accademia della Crusca con i termovalorizzatori?
C'entra, c'entra.
Dopo aver visto che alcuni importanti vocabolari, come il De Mauro Paravia, non presentano la parola "termovalorizzatore", ora chiudiamo definitivamente la questione.
Sotto potete leggere il circostanziato parare dell'Accademia della Crusca che spiega perchè non si può accettare il termine "termovalorizzatore", che pertanto per la lingua italiana NON ESISTE.

Di conseguenza:

1) chi usa il termine "termovalorizzatore" senza conoscere l'opinione dell'Accademia della Crusca e senza aver mai cercato la parola su un vocabolario, è un IGNORANTE, nel senso che ignora come stanno le cose;

2) chi usa il termine "termovalorizzatore" avendo avuto modo di sapere che la parola non esiste, non può che rientrare in una di queste due casistiche:
o è un'IDIOTA
, perché usa una parola inesistente pur sapendo che è inesistente (perché lo fa? non lo so, chiedetelo a lui, però è idiota e quindi non so se sia capace di rispondervi)
oppure è IN MALAFEDE
(cioè è un IPOCRITA o UN DISONESTO o un MARPIONE), perché usa una parola CHE NON ESISTE al posto di un'altra (cioè quella giusta) per fregare gli altri, ingannare, fare un polverone.

Del resto, leggete il periodo finale della risposta dell'Accademia: "... che poi questo spostamento semantico venga anche appoggiato dall'intenzione, da parte di produttori degli impianti e di amministratori, di allontanare nell'opinione pubblica l'idea della pericolosità ambientale e sottolineare il richiamo al valore dell'energia prodotta, è questione che va oltre le competenze del linguista".

Opinione pubblica: zitta e respira nanopolveri, ceneri, diossina e altre sostanze cancerogene!




[fonte ilSigna; neretti ed altre evidenziature sono mie]

Accademia della Crusca su "termovalorizzatore"

24 settembre 2008

Qualche mese fa avevo chiesto all'accademia della Crusca se non fosse improprio usare il termine termovalorizzatore se riferito all'incenerimento dei rifiuti.

Pubblico di seguito la loro gentile risposta:

Gentilissimo utente,
in relazione al quesito di consulenza linguistica da Lei inviatoci,
Le trasmettiamo la seguente risposta:

"La risposta, da me curata, alla sua domanda è stata pubblicata nell'ultimo numero della "Crusca per voi" (n° 36, aprile 2008). Gliela riporto di seguito e la informo che, se interessato, può richiedere l'abbonamento all'indirizzo abbonamenti@crusca.fi.it

"Il termine termovalorizzatore è relativamente recente e, anche se le datazioni riportate dai vocabolari non sono perfettamente in linea tra loro, possiamo collocarne la diffusione tra il 1999 e il 2000; la coniazione potrebbe precedere di poco.
La parola è registrata nei Neologismi quotidiani di Giovanni Adamo e Valeria Della Valle con attestazione dal quotidiano «La Stampa» del 2001 (la stessa datazione è riportata nel Devoto Oli 2007), mentre il GRADIT, Grande Dizionario Italiano dell'Uso di De Mauro (nel volume di aggiornamenti del 2003) anticipa la datazione al 1999 sempre con un riferimento allo stesso quotidiano; una significativa anticipazione al 1988 è invece registrata nel Sabatini Coletti 2008 in cui però non è riportata la fonte.
Poiché si tratta di un termine relativo a una materia regolamentata da direttive europee, alle quali poi si rifanno le normative dei singoli Stati, si potrebbe pensare a un suo primo utilizzo proprio nei testi legislativi, ma in realtà nelle direttive europee sull'incenerimento dei rifiuti uscite tra il 1999 e il 2000 (la DE 1999/31/CE e la DE 2000/76/CE) si parla ancora soltanto di inceneritori.
Date queste premesse, è probabile che, come spesso accade per le nuove parole, anche termovalorizzatore sia stata creata in ambito industriale e diffusa per via mediatica: in realtà si tratta, dal punto di vista morfologico, di una parola ben formata con un prefissoide (termo- 'calore') altamente produttivo (come ad esempio in termoconvettore, termoregolatore, termosifone) e dal nome d'agente valorizzatore, a sua volta formato sulla base del verbo valorizzare con il suffisso -tore (quindi 'colui o ciò che valorizza').
Questa neoformazione solleva maggiori problemi a livello semantico: è nata infatti per indicare nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti che si fondano su criteri e utilizzano tecnologie in parte diverse rispetto a quelle dei tradizionali inceneritori, ma che non eliminano il processo della combustione dei rifiuti, con tutte le conseguenze che questo comporta sul piano dell'impatto ambientale.
Le definizioni riportate dai vocabolari risultano infatti abbastanza opache se le confrontiamo con le discussioni e, in alcuni casi, le aspre polemiche che la realizzazione e la collocazione di questi impianti ha sollevato nell'opinione pubblica.
Le definizioni, tutte pressoché analoghe, sono del tipo 'moderno tipo di inceneritore in grado di trasformare determinati rifiuti in fonti energetiche alternative' (GRADIT, 2003) oppure 'impianto per l'eliminazione e il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani mediante combustione e successivo sfruttamento dell'energia termica prodotta' (Neologismi quotidiani). Si tratta in realtà di impianti di incenerimento in cui i rifiuti vengono smaltiti mediante un processo di combustione ad alta temperatura che produce ceneri, polveri e gas come quelli preesistenti, con la differenza che il calore prodotto viene recuperato e utilizzato per produrre vapore e quindi energia elettrica.
Stando così le cose, una denominazione più esaustiva e meno ambigua dovrebbe essere quella di inceneritore con termovalorizzazione (ha circolato inceneritore con recupero energetico, che non ha avuto molta fortuna), ma è certamente scattata, a questo punto, la ricerca di brevità, propria del linguaggio tecnologico, e ne è derivata la semplificazione, che ha anche spostato il maggior carico semantico nel nome di agente dato alla parte dell'impianto che crea valore con la combustione dei rifiuti.
Che poi questo spostamento semantico venga anche appoggiato dall'intenzione, da parte di produttori degli impianti e di amministratori, di allontanare nell'opinione pubblica l'idea della pericolosità ambientale e sottolineare il richiamo al valore dell'energia prodotta, è questione che va oltre le competenze del linguista".

Cordiali saluti,
Raffaella Setti
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca


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Non capisco

Leggo le risposte di Marrazzo sul suo blog su raccolta differenziata e inceneritori e davvero non capisco.

Non capisco...

1) Non capisco...
Capannori non va bene, perché è troppo piccolo. E Vedelago? L'impianto serve un milione di cittadini della provincia di Treviso: sono pochi?
Volete informazioni sulla raccolta porta a porta a Torino, capoluogo del Piemonte? Anche Torino è un paesetto?
Leggete qui come va.

Il signor Marrazzo può chiedere informazioni al signor Chiamparino, sindaco di Torino: mi pare siano dello stesso raggruppamento politico (a proposito: sarà un caso che tutti e due aderiscano anche al partito degli inceneritori? bah...)

2) Non capisco...
A Vicenza il partito democratico ha sostenuto la consultazione popolare dei cittadini per esprimere la propria opinione sull'allargamento della base americana.
Nel Lazio il partito democratico governa.
Ne segue che sarebbe lecito aspettarsi che il partito democratico del Lazio sostenesse con forza la consultazione popolare sugli inceneritori.
E invece no, la giunta Marrazzo non vuole un referendum!
E allora non capisco: a Vicenza sì e nel Lazio no? Un referendum per la base Nato sì e un referendum per gli inceneritori no? Forse i veneti sono belli e bravi e noi del Lazio siamo brutti, sporchi e cattivi? Forse a Vicenza c'è da recuperare consensi alla lega? Non capisco.

3) Non capisco...
Il Lazio è alle prese con un buco enorme nella sanità lasciato da Storace e compari, eppure la giunta Marrazzo sostiene gli inceneritori che porteranno nei prossimi decenni tumori, malattie, malformazioni, con un enorme spesa pubblica sanitaria.
Ma che senso ha?
Se volete informazioni sui rapporti tra inceneritori e tumori e sulle posizioni dei medici di tutto il mondo contro gli inceneritori, qui trovate una marea di materiale.
Magari Marrazzo questi documenti non li conosce...

4) Non capisco...
Sui CIP-6 veramente non avete capito? I CIP-6 per legge dovrebbero essere destinati alle energie rinnovabili.
Prodi prima e Berlusconi poi (destra o sinistra, basta che siano inceneritori!) hanno detto che i CIP-6 si possono usare anche per gli inceneritori.
Ma per voi i rifiuti sono una fonte rinnovabile? Ma davvero pensate che i cittadini non sappiano che le energie rinnovabili sono il sole, il vento, le biomasse e non bruciare i rifiuti?
L'Unione Europea dovrà pronunciarsi e vedrete che ci farà l'ennesima sanzione.


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I termovalorizzatori non esistono: lo dice anche il vocabolario

Grazie a Gianluca Bracca, vi propongo questo sfizioso filmato che dimostra come la parola (ma anche il concetto) termovalorizzatore in italiano non esiste.

Ho fatto un'altra prova: ho cercato la parola "termovalorizzatore" con il Dizionario De Mauro Paravia on line.

Questo è il risultato.

Fatevi due risate.





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martedì 2 dicembre 2008

Per Montino (vicepresidente del Lazio) gli inceneritori non servono se aumenta la raccolta differenziata

Per la serie:
"Facce' pace con Marrazzo"
Dal comunicato dei Verdi dei Castelli Romani scopriamo che Montino, vice di Marrazzo, riconosce ciò che Marrazzo non riconosce, cioè che gli inceneritori non servono se aumenta la raccolta differenziata.
La schizofrenia della giunta Marrazzo è conclamata: leggete cosa aveva già detto in passato l'assessore al bilancio Nieri contro gli inceneritori.
Perché non fate una bella verifica all'interno della giunta?
Perché non fate pace con le vostre incongruenze?
Perché non fate pace, soprattutto, con i cittadini?

Referendum subito:
cittadini, volete la raccolta differenziata porta a porta (l'unica che garantisce in tempi brevi, cioè pochi mesi, percentuali superiori al 50%) oppure l'inceneritore?

Cittadini di Roma, votate! Volete l'inceneritore? Siete pazzi, ma comunque tenetevelo: fatevelo a Villa Borghese o a Castro Pretorio, tanto non fa male e non fa venire i tumori...

Ognuno (famiglia, condominio, quartiere, paese, cittadina, metropoli, provincia...) sia responsabile dei suoi rifiuti!
[fonte Verdi Castelli Romani]

Inceneritori. Mollica (Verdi Castelli Romani): “Bene Montino. Quindi Albano non serve”

“Riceviamo con grande soddisfazione le dichiarazioni del vicepresidente della Giunta Regionale del Lazio Esterino Montino sull’inutilità degli impianti di incenerimento a fronte dell’aumento della raccolta differenziata nei nostri territori”.
È quanto dichiara in una nota Andrea Tupac Mollica, Coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani.

“Montino chiarisce una volta per tutte - spiega Mollica - che un eventuale inceneritore romano a Fiumicino sarebbe solo un ostacolo alla raccolta differenziata, in quanto le quote recuperate di carta e plastica invece di essere riciclate finirebbero in pasto all’inceneritore"
(vedi nel post precedente le dichiarazioni di Di Carlo: "ma si nun ce stanno 'a carta e 'a plastica, ma che te bbruci?", nota del blogger).

“A questo punto - prosegue il coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani - la domanda sorge spontanea: perché ad Albano l’inceneritore dovrebbe invece avere una qualche utilità?
Per quale motivo si dovrebbero movimentare oltre 100 camion al giorno verso Albano dagli impianti di produzione di CDR dell’AMA (Rocca Cencia e Via Salaria, quindi dall’altra parte di Roma), con conseguente spreco di energia, inquinamento e aggravio insostenibile per le strade locali, già oggi al collasso?”

“Il problema reale - conclude Mollica - l’autentica sfida per una governance della gestione dei rifiuti economica, ecologica e rispettosa dei territori, come chiarisce lo stesso Montino, non riguarda la necessità di nuovi inceneritori, ma l’incremento della raccolta differenziata, l’avvio in tempi brevissimi di impianti per il riciclo e lo sviluppo delle relative filiere dei prodotti di recupero. Ci auguriamo che la nuova gestione dell’AMA punti decisamente verso questi obbiettivi”.



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Una risposta ad Artuto R. sui cassonetti e sulle fazioni dei rifiuti

La nostra risposta al quesito del signor Arturo nel blog di Marrazzo/Tozzi/inceneritori www.facciamoladifferenza.it
12 # arturo r. scrive:

Vivo da 5 anni a roma (anche) perché sono praticamente scappato dalla mia città, Aversa, al centro dell’ormai nota crisi dei rifiuti, e qui mi ritrovo a vivere e combattere gli stessi problemi; ecco alcune proposte:

Quesito 1
Fate in modo che i bidoni della differenziata si aprano (totalmente), come quelli dei rifuti generali: in quei “buchetti”, cartoni e grosse bottiglie, per non parlare delle buste non entrano e molti lasciano i rifiuti per terra, o stufati buttano tutto nel più comodo contenitore indifferenziato.

Quesito 2
Da un po' di tempo, in italia, c’è (e lo ha scritto, in parte, anche marrazzo) una “guerra” in italia tra due fazioni: i fautori della differenziata + rifiuti zero + riciclo + riduzione imballaggi, contro i fautori di inceneritori + discariche, ognuno con i suoi (ben noti) motivi: decidete una buona volta dove schierarvi ed agite di conseguenza: se sono stati usati poliziotti ed esercito per “difendere” discariche (a napoli) perché non usare forze dell’ordine per imporre per strada la raccolta differenziata porta a porta? sono (ovviamente) stanco di vedere solo “proposte”, “campagne”, “sensibilizzazioni” pro raccolta: o si fa o non si fa.

Quesito 3
Come funziona il sistema di raccolta rifiuti speciali a roma? si possono lasciare davanti ai bidoni? bisogna telefonare all’ama?
grazie e ciao a tutti
|Lasciato il 1 Dicembre 2008 alle 21:55|

Le nostre risposte per Arturo

Quesito 1
I cassonetti fanno parte del medioevo: con la raccolta porta a porta sono inutili ed inoltre si recuperano parecchi posti macchina, come puoi verificare leggendo questa notizia di fonte Ama Roma.

Quesito 2
Caro Arturo, le fazioni sono differenti da quelle che vedi tu...

Fazione 1: discariche, inceneritori (privati con i soldi pubblici), affari, spreco di denaro pubblico, impianti ad alto rischio, diossina, nanopolveri, inquinamento, tumori, malformazioni infantili, un residuo del 30% del totale di rifiuti speciali, il fallimento della raccolta differenziata (come dice a Report Di Carlo, assessore della giunta Marrazzo ancora in carica, "ahò ma se nun ce 'sta la carta e la plastica, ma che te bruci dentro all'inceneritore?"), bruciare, medioevo.

Fazione 2: riduzione dei rifiuti alla fonte, riciclaggio e riutilizzo, raccolta differenziata porta a porta, coinvolgimento dei cittadini, futuro, razionalità, modernità, rifiuti zero, trattamenti a freddo, Carla Poli, Vedelago, Capannori, San Francisco (California: seguono la strategia rifiuti zero), Edmonton (Canada, rifiuti zero, 900.000 abitanti: seguono la strategia rifiuti zero).

Sempre sul quesito 2
Ma sei sicuro che l'unica soluzione sia militarizzare? Occorre coinvolgere i cittadini, consultarli, fare referendum invece di imporre gli inceneritori, e poi mettere un sistema fiscale di incentivi e disincentivi per premiare i comportamenti virtuosi (questo comune fa più differenziata e quindi paga meno tasse sui rifiuti!), comprese ovviamente le multe (come fanno dove la raccolta porta a porta già funziona).

Un saluto, Arturo!



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lunedì 1 dicembre 2008

L'appello dei medici dell'ambiente nella Giornata mondiale contro l'incenerimento

Gli inceneritori sono pericolosi per la salute: lo ribadiscono i Medici per l'ambiente.
Andatevi a leggere le terrificanti statistiche sulla crescita dei tumori infantili in Italia.
Ah, dimenticavo! I Medici per l'ambiente sono poco attendibili perché disfattisti, terroristi e qualunquisti.

Meditate in particolare le parole del professor Lorenzo Tomatis , oncologo e ricercatore di fama mondiale, scomparso a 78 anni e unanimemente riconosciuto come colui che ha posto le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi.

"La deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l' esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell' acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat".
[fonte Repubblica / Parma]

In occasione della giornata mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti indetta per il primo dicembre 2008, la sezione locale dei Medici per l'Ambiente Isde Italia, sottolinea la propria posizione rispetto al tema tanto controverso e ne approfitta per ribadire il suo no alla costruzione del termovalorizzatore (leggasi: inceneritore) in città. Ecco il testo del loro comunicato:

In occasione della giornata mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti indetta per il primo dicembre 2008, la sezione locale dei Medici per l'Ambiente Isde Italia, rispettando il principio presente nel proprio codice deontologico su tematiche ambiente e salute, vuole ricordare ancora una volta come la scelta di costruire un inceneritore da 130.000 tonnellate/anno anche a Parma, scelta che inciderà sulla qualità dell'ambiente locale e quindi sulla salute di chi lo abita, sia una decisione sbagliata e che va contro la logica della preservazione della materia.
Materia che a tutt'oggi, stante la crisi economica mondiale in corso, ha raggiunto per le diverse frazioni merceologiche costi elevatissimi. Solo un malinteso senso dello sviluppo economico può far ritenere che la politica dei rifiuti debba essere risolta con l'incenerimento. Esistono dati precisi in proposito, che dimostrano come in molti paesi d'Europa e del mondo tale metodica di trattamento sia in progressivo abbandono. In questi paesi si va in altra direzione sia per motivi economici che per motivi sanitario ambientali. L'Italia, come al solito, in ritardo su tutto, e con essa Parma intraprendono in modo pericolosamente insistente la via disastrosa dell'incenerimento.

La via maestra è quella di ridurre i rifiuti globalmente intesi, per poi praticare una raccolta differenziata porta a porta seria e puntuale (non quella del grande cassonetto - di fatto onnicomprensivo- lasciato ancora per le strade della città) in cui il cittadino sia chiamato ad una precisa responsabilità nel ben separare i rifiuti prodotti. responsabilità da parte della politica.
Arrivare al 90% della raccolta differenziata dei rifiuti non è utopia così come non lo è pensare ad una società nel 2020 capace di riciclare il 100% dei propri scarti.
Al contrario, pensare di avere un inceneritore sul cammino dei rifiuti significa doverlo far funzionare per oltre 25 anni, vanificando così implicitamente la raccolta differenziata dato che sono impianti che funzionano se si immettono carta e plastiche. A noi medici rimane - fino in fondo- la responsabilità di quantificare l'impatto sanitario prodotto da questa metodica. Lo facciamo oggi, lo faremo se necessario domani e ogni volta che la nostra coscienza professionale ci dirà che c'è una minaccia incombente nei confronti della salute dei cittadini. E la minaccia è sicura se solo pensiamo a quanto questi impianti producono in termini di emissioni tossiche. E allora il pensiero va subito ai recentissimi dati sull'incidenza di cancro nell' infanzia in Italia pubblicati dall'Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM: I tumori infantili Rapporto 2008).

I tassi di incidenza per tutti i tumori nel loro complesso, riferiti agli anni 1998-2002, sono mediamente aumentati del 2% all'anno, passando da 146.9 nuovi casi all'anno (ogni milione di bambini) nel periodo 1988-92 a ben 176 nuovi malati nel periodo 1998-2002. Ciò significa che in media, nell'ultimo quinquennio, in ogni milione di bambini in Italia ci sono stati 30 nuovi casi in più. La crescita è statisticamente significativa per tutti i gruppi di età e per entrambi i sessi. In particolare tra i bambini sotto l'anno di età l' incremento è addirittura del 3.2% annuo. Tali tassi di incidenza in Italia sono nettamente più elevati di quelli riscontrati in Germania (141 casi 1987-2004), Francia ( 138 casi 1990-98), Svizzera ( 141 casi 1995-2004). Il cambiamento percentuale annuo risulta più alto nel nostro paese che in Europa sia per tutti i tumori (+2% vs 1.1%), che per la maggior parte delle principali tipologie di tumore; addirittura per i linfomi l'incremento è del 4.6% annuo vs un incremento in Europa dello 0.9%, per le leucemie dell' 1.6% vs un + 0.6% e così via. Dove trovare la risposta per spiegare questo triste primato dell'Italia?

Vogliamo allora ricordare le seguenti parole lasciate dal professor Lorenzo Tomatis , oncologo e ricercatore di fama mondiale, scomparso a 78 anni e unanimemente riconosciuto come colui che ha posto le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi: "la deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l' esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell' acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat".

Vogliamo pertanto ritornare sul richiamo alla attenzione, prudenza e precauzione per tutti coloro che hanno precise responsabilità nelle scelte per una corretta gestione dei rifiuti e richiedere una revisione delle scelte fatte fin ora. Non vogliamo un futuro nel quale qualcuno possa dire " se i medici sapevano perché hanno taciuto?".



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Italia: le tariffe dei rifiuti sono altissime, fino a 400 euro all'anno

La morale di questa notizia è semplice: paghiamo un sacco di soldi per avere, nella maggioranza dei casi, più veleni nell'aria e nell'acqua.
I rifiuti sono nostri e quindi è giusto che i cittadini dicano la loro in prima persona sulla loro gestione.
Per questo chiediamo referendum popolari in ogni zona dove si vuole costruire un nuovo inceneritore, non per chiedere ai cittadini: "Volete l'inceneritore o no?" ma piuttosto per chiedere "Preferite l'inceneritore o volete impegnarvi nella raccolta differenziata porta a porta, seguendo modelli avanzati come quelli di Capannori o di Vedelago?".
Vediamo come finiscono, questi referendum.
Il problema è che la stragrande maggioranza (o la quasi totalità) dei partiti e degli uomini dei partiti si guardano bene dal dare questo potere ai cittadini!
[fonte Ansa/Cittadinanza attiva]

BOOM TARIFFE RIFIUTI, FINO 400 EURO ANNO

Rifiuti a peso d'oro. La spesa annua delle famiglie italiane è andata "fuori controllo" negli ultimi anni, con un'impennata dal 2000 ad oggi di oltre il 47%. Al punto che a Siracusa si arriva a pagare ben 400 euro l'anno. Un picco che porta la media italiana a 217 euro, il 3,8% in più del 2007. A fare i conti e a cercare di mettere ordine nel "caos" dei rifiuti italiani, anche sotto il profilo tariffario, è un dossier di Cittadinanzattiva.

Qui potete leggere e scaroicare il dossier integrale di Cittadinanzattiva.

L'associazione dei consumatori - che ha preso in considerazione una famiglia-tipo di tre persone con un reddito di 44.200 euro l'anno e una casa di proprietà di 100 metri quadri - delinea un quadro profondamente diversificato tra le varie aree del paese, e a volte, anche all'interno delle stesse regioni. La città in cui la Tarsu costa in assoluto di più è proprio Siracusa, mentre la vicina Reggio Calabria si trova agli antipodi, con un quarto della spesa (95 euro l'anno). Trieste e Livorno (309 euro) sono invece le città più care del Nord e del Centro.

In generale, la media annua più alta si registra in Sicilia con 280 euro l'anno a famiglia, la più bassa in Molise (117 euro), a dimostrazione proprio della marcata differenza tra aree geografiche del Paese. Un divario che si ritrova anche all'interno di una stessa Regione: in Sicilia, per esempio,a Ragusa (198 euro) e Caltanissetta (172,5 euro) la Tarsu arriva a costare meno della metà di Siracusa.

Lo stesso dicasi in Lombardia, dove la Tarsu pagata a Milano (262 euro) supera di 135 euro quella di Cremona (127 euro), o nel Lazio, dove il servizio a Latina costa 279 euro, ben 140 euro in più rispetto a quanto si paga a Viterbo (139 euro). In media, in un anno la famiglia-tipo ha sostenuto nel 2007 una spesa di 217 euro con un aumento del 3,8% rispetto all'anno precedente.

Le città che hanno fatto registrare incrementi pari o superiori al 10% rispetto al 2006 sono 11, e ulteriori otto quelle che hanno fatto registrare incrementi pari o superiori al 20%: Pordenone (+30%), L'Aquila (+30%), Rieti (+29%), Trieste (+28%), Taranto (+26%), Ragusa (+25%), Siracusa (+24%), Cagliari (+20%). Così da gennaio 2000 a ottobre 2008 l'incremento registrato a livello di tariffe rifiuti è stato in media del 47,5%.

"Come dimostra il caso dei rifiuti, - sottolinea Giustino Trincia, responsabile politiche consumatori dell'associazione - l'escalation delle tariffe locali è ormai un fenomeno fuori controllo, del tutto ignorato da Governo e Parlamento che avrebbero potuto inserire nelle misure anticrisi il loro blocco per il 2009 e l'eliminazione della addizionale provinciale". Cittadinanzattiva propone quindi l'esenzione della Tarsu per tutti i beneficiari della social card.

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